1. Donatori di sperma


    Data: 12/04/2021, Categorie: Etero Autore: pimpibox

    ... sistemava i capelli e ci guardava in faccia per vedere le nostre reazioni. E come si vestiva…
    
    Sottane in pizzo nere ultra aderenti, calze autoreggenti velatissime ma anche a rete o disegnate. Slippini ridottissimi che nemmeno si sfilava ma scostava solo per impalarsi con gridolini di soddisfazione prima sull’uno poi sull’altro. E poi scarpe con le quali è impossibile camminare ma ottime da letto. Sandali gioiello, zeppine trasparenti, tacchi vertiginosi che mulinavano nell’aria scomposti dai colpi di cazzo che riceveva la loro padrona. Quindi baci mozzafiato cercando il respiro mentre qualcuno la scopava da dietro, da sotto, da davanti. Sempre con quelle mani a dirigere cazzi nella sua figa per poi sfilarseli e prenderseli in bocca e per poi ricominciare da capo tenendoli ben stretti, schiacciandone fuori ogni goccia di sperma. Unica condizione rigorosa era che ogni minima stilla di sperma doveva finire nella sua figa senza fondo. Ebbi addirittura la sensazione che un po' si fosse allargata in seguito alle nostre cure. Una macchina del piacere. Soddisfaceva tutti e i risultati si vedevano perché sborravamo almeno due volte a ...
    ... testa, qualche volta anche tre. “Ma bravo, ancora, qui dai riempimi per bene….” Fino all’ultima goccia.
    
    Era l’utimo giovedì. Mi aspettavo qualcosa lo ammetto. Un minimo di amicizia, di intimità. Solo io e lei nel rituale delle gambe sul muro. Un minimo di complicità. Le cercai una mano. Non me la diede e una lacrima le rigava il viso. Finii di vestirmi.
    
    A scuola quasi non ci salutava o perlomeno mai per prima. Dopo alcuni mesi sapemmo che era finalmente incinta. Non si era nemmeno presa la briga di dircelo personalmente ma nessuno di noi a dire il vero se lo aspettava o almeno non lo dava a vedere apertamente. Tra di noi non ne parlavamo mai. Quando il bambino nacque le facemmo recapitare una pianta enorme, tiè alla faccia tua stronzetta.
    
    Dopo quasi un anno ritornò a scuola tutta pimpante e più bella di prima. Possibilmente anche più loquace. Era finalmente soddisfatta come donna e madre, “Grazie” disse, ”grazie ancora”.
    
    -“Ma di che, è stato un piacere” risposi come se le avessi prestato il tosaerba….“E il bambino come sta?”
    
    -“Cresce che è un amore, anzi lui e il papà vorrebbero un fratellino…….cosa fate giovedì? “
    
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