Lavoro, lavoro, lavoro!
Data: 14/04/2021,
Categorie:
Etero
Autore: betty80
... feci problemi a lasciare la porta aperta, anche prchè non mi dovevo certo cambiare d'abito! Nonostante ciò, grazie ad un riflesso su di uno specchio, mi accorsi che Leonardo, attardandosi a riordinare non so cosa nella sua borsa, spesso e volentieri buttava l'occhio dalla mia parte. La cosa mi stuzzicò non poco, un ragazzo più giovane di me, e oltretutto carino, che mi riservava determinate attenzioni era per me, che di inibizioni ne ho sempre avute poche, un giochino molto eccitante! Per il momento lasciai cadere la cosa, ma �il giorno successivo mi presentai al lavoro con il chiaro intento di scoprire se gli eventi del giorno prima erano una mia personale paranoia oppure effettivamente la mia procacità aveva risvegliato l'interesse del ragazzo. Le mie armi erano semplicemente una gonna un pò più corta e fasciante di quella che avevo il giorno precedente, una camicetta scollata, dei tacchi alti, un paio di autoreggenti ed un cambio di vestiti nella borsa. Ora, voi vi chiederete cosa mai potevo farmene di un cambio d'abiti, ma il gioco era molto semplice: avrei finto di macchiarmi con qualcosa, per poi dovermi cambiare d'abito, questa volta spogliandomi, lasciando sempre la porta aperta. Quel giorno lo studio chiudeva alle 17, ed ovviamente il mio piano avrebbe dovuto scattare a quell'ora. Ovviamente arrivarono le 17:30 che, mentre io avevo tranquillamente finito tutto, i dottori stavano ancora visitando, e c'era ancora una paziente nella sala d'aspetto. Stavo facendo gli ...
... scongiuri perchè Leonardo finisse e si prendesse in carico l'ultima paziente, così nel frattempo suo zio arebbe potuto finire la sua e lasciare lo studio. E fortunatamente così successe. Quando vidi la porta di Leo aprirsi, mi finsi indaffarata al telefono, e feci bene in modo di piegarmi sulla scrivania perchè avesse piena visuale del mio seno (non avevo di che preoccuparmi per le pazienti, perchè la mia scrivania si trova dietro la zona della sala d'aspetto), e lui rimase imbambolato con lo sguardo per diversi secondi, finchè l'ultima signora si fece strada nel suo studio e reclamò la sua attenzione. Come inizio non c'era male, quindi mi risistemai alla mia scrivania. In quella uscì l'anziano dottore che mi diede il permesso di ritornare a casa, ma io declinai dicendo che dovevo assolutamente finire di archiviare dei documenti e che non mi andava di trascinarmi a domani quel lavoro noioso. Lui annuì semplicemente e mi lasciò lì, ma ancora oggi mi chiedo se non ci avesse visto più lungo di quanto io creda. Tornando a noi, l'ultima paziente uscì alle 18 passate, io ero veramente stufa di aspettare, oltretutto il pensiero di stuzzicare Leonardo mi aveva fatta bagnare in modo inverosimile, il che non faceva che aumentare la mia impazienza. Finalmente, quando la signora lsciò lo studio, anche lui uscì e si avvicinò alla mia scrivania per lasciarmi la sua agenda degli appuntamenti. in quel momento feci scattare il piano. Presi in mano un bianchetto, a cui precedentemente avevo fatto ...