1. Lavoro, lavoro, lavoro!


    Data: 14/04/2021, Categorie: Etero Autore: betty80

    ... un forellino, e nello scuoterlo per far finte di cancellare qualcosa, baaaam, me lo rovesciai su camicetta e gonna. "Ma porca miseria!" esclamai, fingendomi scocciata. Vidi con la coda dell'occhio che Leonardo rideva sotto i baffi. "Dottore, lasci l'agenda sulla mia scrivania, io vado a cambiarmi, con permesso." Detto questo, mi alzai e mi diressi al vicino "guardaroba". Ovviamente, "dimenticai" di chidere la porta, e nel piegarmi per raccogliere la borsa diedi la prima occhiata dallo specchio, e notai con soddisfazione che anche oggi il ragazzo osservava. A quel punto il gioco non poteva che essere facile per me! Raccolsi la borsa e l'appoggiai su di una sedia lì vicina, quindi portai le mani alla cerniera della gonna e la slacciai, per poi far lentamente scivolare la gonna lungo le gambe, e poi a terra. Feci un piccolo passo indietro per uscirne anche con i piedi e mi piegai letteralemente a 90� per raccoglierla. Guardai di nuovo Leo dallo specchio, e vidi nettamente il pomo d'adamo salire e scendere nella sua gola. Decisamente gradiva il tanga e le autoreggenti. Posai la gonna sulla sedia accanto alla borsa, e, sempre di spalle, iniziai a slacciarmi la camicia. Ovviamente non ci sarebbe stato gusto a rimanere di spalle in questo caso, quindi tolsi la camicia, e una volta rimasta solo con la biancheria e le scarpe, mi voltai ed iniziai a camminare di qua e di là, fingendo di cercare qualcosa, ogni tanto mi piegavo per aprire casseti. Alla fine presi una borsa di ...
    ... plastica e vi infilai i vestiti sporchi, la misi nella mia borsa ed estrassi il cambio che mi ero preparata, che era un abitino con le maniche corte, lungo fin sopra il ginocchio, non troppo aderente ma con un bello spacco sul lato che risaltava le mie gambe. Finii di rivestirmi, e rimasi molto delusa nel vedere che Leonardo, che per tutto il tempo si era goduto lo spettacolo, che aveva anche avuto un certo effetto su di lui, ne ero certa, non si trovava più dove l'avevo lasciato. Così, un pò ferita nell'orgoglio ed un pò per l'insoddisfazione fisica che avevo addosso (non dimenticatevi che il pensiero di provocarlo, e soprattutto di quello che sarebbe potuto accadere dopo, mi aveva lasciata eccitata, con un lago nelle mutandine, per gran parte della giornata!), marciai nel suo studio e spalancai la porta senza bussare. La vista che mi trovai davanti mi fece istintivamente e spudoratamente leccare le labbra: il ragazzo era seduto alla scrivania, con l'uccello duro in mano, e si stava sparando una sega, affannata e veloce, davanti ai miei occhi. Come lui avrebbe ammesso in seguito, sperava con una sveltina, di evitare di venirsi nelle mutande davanti a me. Per quanto lo spettacolo potesse essere appagante a livello di ego, di certo non avevo ordito un piano simile e macchiato i miei vestiti, per far si che un'erezione di quelle proporzioni venisse sprecata in una sega! Non mi feci problemi a dirglielo, mentre mettendo le mie mani sopra le sue, lo fermavo. Nel sentire le mie parole ...