1. Senza titolo


    Data: 27/04/2021, Categorie: Comici Autore: Edipo, Fonte: EroticiRacconti

    ... stanca, ne riparleremo domani se proprio ci tenete". "Via, su, una cosa svelta, non fare la difficile". Pasquale si avvicinò e cominciò a baciarle il collo e a toccarla dappertutto. Lucia, che non era la Rizzona come avrebbe capito uno meno idiota, rimase talmente stupita che non riuscì a dire una parola. Intanto Pasquale si era sbottonato e le mostrava i gioielli di famiglia. "Che ne dici? L'hai mai visto più grosso?" La risposta fu un urlo lancinante che provocò in risposta i latrati di tutti i cani del vicinato. "Ma che ti prende?" chiese Pasquale che per far terminare quell'urlo non trovò niente di meglio che tapparle la bocca. La ragazza reagì con calci e graffi che scorticarono la faccia del suo aggressore e ne moltiplicarono la rabbia. "Porca troia, perché io no e tutti gli altri sì?" Un morso alla mano gli fece bestemmiare tutti i santi e, esauriti quelli, tutti i diavoli. La porca, come l'aveva chiamata lui, aveva aperto la finestra e gridava aiuto. Già molti erano scesi per strada e si chiedevano che stesse succedendo in quella casa di solito disabitata; se lo chiesero anche i due carabinieri di ronda che, fattisi largo, irruppero e trovarono Pasquale con i calzoni abbassati, la faccia graffiata e una mano sanguinante e una ragazza sconosciuta che piangeva abbandonata su una sedia. Il giorno dopo tutto il paese si sganasciava dalle risate. Don Ciccio primo quanto a bestemmie aveva superato il suo sottoposto, aggiungendo un interminabile rosario di insulti a quel ...
    ... grandissimo imbecille. Ad accrescere la rabbia fu un telegramma giunto in mattinata: la sua amica tenutaria gli annunciava che la Rizzona aveva perso il treno e che sarebbe arrivata quella sera. La Lucia che Pasquale aveva scambiato per una cocotte era l'istitutrice che don Ciccio secondo aveva fatto venire per le sue figlie. Abbiamo accennato alle manie di grandezza del notaio e tra queste vi era quella di educare le sue figlie come se fossero principesse. Solo che la signorina Lucia, munita di lettere di raccomandazione e presentazione di un barone, di un magistrato e di una madre superiora, era arrivata due giorni prima del previsto, non si sa se per un errore di scrittura nella lettera che ne comunicava l'arrivo o per un errore di lettura del notaio che era famoso per la vista difettosa. Tra i due cugini non correva buon sangue per vecchie questioni di eredità e di rivalità familiari e quello spiacevole episodio peggiorò la situazione. Non parliamo poi della situazione in cui si trovò Pasquale Belviso, sbeffeggiato dai compaesani e costretto a subire l'ira e forse anche le botte della grassissima moglie. Il pomeriggio di quel giorno un giovanotto andò a bussare alla porta della signorina Lucia che si era trasferita nella locanda del paese. Alla risposta "Avanti" entrò e si ritrovò davanti lo sguardo ostile della istitutrice. "E voi chi siete?" chiese con voce ancora indignata, convinta che in quel paese fossero tutti degli zotici prepotenti. "Il mio nome è Potito Serravalle, ...
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