Motocross
Data: 04/05/2021,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: chupar, Fonte: Annunci69
Io e mia sorella a fine estate avevamo deciso di seguire i nostri genitori in occasione di una cena a mare da amici. Ci eravamo andati volentieri e con noi, ovviamente, era venuto anche il mio futuro cognato, ormai entrato a tutti gli effetti in famiglia. Lui e mia sorella, però, avendo orari diversi ci avevano raggiunto in moto. Era una moto cross per le gare individuali di "classe regina" ma, comunque, maneggevole e veloce.
Ormai dall’inizio dell’estate mi ero reso piuttosto disponibile con lui dopo la storia del campeggio. Mi diceva che gli piacevano solo i culi e di non essere gay; che aveva sempre amato inculare, più che scopare, ma che non tutte glielo avevano dato. Fatto sta che quell’uomo fatto, forte e robusto, m’inchiappettava per ore sul letto matrimoniale dei miei genitori, quando loro e mia sorella non erano tra i coglioni. Amava in particolare farsi baciare il cazzo da me con sulle labbra il rossetto di mia madre e con addosso i perizoma di mia sorella.
Anche quando la situazione non ce lo permetteva, era percettibile tra di noi una tensione che si manifestava arrivando sempre a qualcosa che aveva a che fare col sesso. Condividevo molti interessi con lui e, a tale proposito, avevamo in programma dopo la cena di andare in un locale a sentire una band che suonava cover della nostra musica preferita.
Durante quel pasto serale ogni tanto beccavo mia sorella a guardare il fidanzato con aria sognante e ammirata. In effetti, se non l’avessi conosciuto per ...
... ciò che era, anch’io avrei avuto l’impressione di un uomo maturo, totalmente affidabile, figo da paura e, quindi, perfetto da sposare. Mai avrebbere sospettato che intanto stavo giocherellando con il suo uccello sotto al tavolo imbandito.
I miei, che si fidavano ciecamente di mio cognato, dopo averlo pregato di tenermi d’occhio, mi accordarono il permesso di andare con lui, visto che avevo ormai diciotto anni.
Ovviamente, a noi non si volle aggregare mia sorella. Aveva appena festeggiato venticinque anni, la sera prima, e si sentiva troppo adulta per certe cose.
Pieni di entusiasmo ci assoggettammo all’idea di farci in moto quei chilometri che ci dividevano dal pub. Durante il viaggio, ovviamente, la mia mente elaborò più volte qualcosa di porco, perché i miei ormoni, stretti a lui sul sedile vibrante della moto, si agitavano senza ritegno. Mentre guidava, gli accarezzavo il cazzo, che avvertivo di dimensioni sempre più notevoli premere nella patta dei jeans. Dopo aver superato un’ampia curva, svoltò lungo una strada sterrata che si addentrava nei campi. Giungemmo a uno spiazzo di terra battuta. C’era una grossa costruzione con un’insegna luminosa. Lasciammo la moto tra lo slargo e una pineta, in modo da non avere casini all’uscita, visto che lo spiazzo si stava riempiendo e il parcheggiatore doveva dividersi tra cento manovre.
Mi cognato si levò il casco, mi sorrise: “Cazzo! Mi hai fatto un pompino nel cesso, prima di partire…Sei veramente una troia ninfomane!” E ...