1. Motocross


    Data: 04/05/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: chupar, Fonte: Annunci69

    ... il suo fisico sportivo, stretto nel suo giubbotto tecnico da moto e con in testa il casco integrale. Al collo il foulard di cotone gli dava un’aria a metà tra il teppista e il pirata. Si avvicinò, muto. Mi pressò la testa, spingendomela sul sellino e lasciandomi sentire il contatto con i suoi guanti mezzedita.
    
    Con l’altra si tirò fuori l’uccello, quindi si piegò, sollevò per un attimo la visiera e mi sputò abbondantemente sull’ano. Abbassò il casco. Provai a girarmi ma lui mi bloccò di nuovo, facendomi cenno con un dito di stare zitto. Avrei voluto solo dirgli che lo volevo in bocca, ma evidentemente dopo il servizietto domestico che gli avevo fatto a casa dei nostri ospiti, non aveva voglia di preliminari.
    
    Lo sentii giocare con la mia rosellina. Spinse. Mi lamentai. Non era ancora abbastanza elastica per quel calibro di cazzo. Ci sputò di nuovo, infilandoci prima due, poi tre dita, ma in modo brutale. Era ciò che voleva, in fondo, cioè trattarmi da troia a pagamento e mai l’avrei deluso. Spinse di nuovo ed io trattenni il respiro per non lamentarmi. Lo tirò fuori. Si posizionò di nuovo ed entrò con forza. Mi sfuggì un urletto che lo infoiò tanto che mi inculò a bestia. Per fortuna c’era silenzio, si sentivano solamente i miei mugolii, i suoi grugniti e lo strusciare di quel cazzone contro le pareti del mio retto, mentre mi spappolava i muscoli anali.
    
    I suoi colpi improvvisamente si fecero fermi, secchi, decisi e profondissimi. Evidentemente aveva voglia di godere ...
    ... subito, senza tante storie. Sentivo il ruvido dei suoi jens sulla mia pelle, il tessuto tecnico del suo giubbotto quasi fare scintille sfregandosi sul mio.
    
    Sentii un fruscio e vidi comparire un’altra sagoma. Era il parcheggiatore, un magrebino sulla trentina ben messo che, a cazzo fuori, si stava segando lentamente. Provò ad accostarsi a me, alle mie labbra, ma mio cognato lo spinse via delimitando il suo territorio come una bestia che monta la sua femmina in calore. L’uomo ci riprovò, limitandosi a tastarmi le chiappe e ammirando l’inculata. Quel cazzone magrebino era praticamente a due centimetri da me. Avevo una voglia matta di succhiarlo, ma temevo la reazione di mio cognato. Mi morsi le labbra e, come impazzito da quella situazione, mi masturbai forsennatamente, mentre leccavo il sellino della moto e sentivo quello stantuffo sbattere in me. Dopo un po', i colpi di mio cognato si fecero di nuovo più veloci. Assecondai le sue bordate e lui, con un grugnito soffocato, estrasse il cazzo e sparò forti innumerevoli schizzi sulle mie chiappe. Avrei voluto succhiargli il cazzo come piaceva a lui, ma quello mi spinse di nuovo in basso. Me lo rinfilò, dopo aver raccolto la sua sborra con la capocchia, per darmi altri colpi.
    
    Il parcheggiatore agitò più velocemente il suo uccellone; la sua capocchia lucida sporgeva dal suo palmo pronta a dare il suo frutto. Sborrò sul sellino, di fianco al mio viso, sulla saliva lasciata durante i miei baci con la moto. quindi, percepii il ...