Motocross
Data: 04/05/2021,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: chupar, Fonte: Annunci69
... prendendosi il pacco nel palmo, aggiunse: “Poi te lo do di nuovo, tranquillo…”
"Pompino"...In realtà eravamo andati insieme in bagno, con la scusa di guadagnare tempo per l'uscita, e lui mi aveva spinto sulle mattonelle e, tiratosi fuori solo l'uccello, mi aveva letteralmente scopato in bocca. "Forza toietta, dai...fammi godere, che non riesco a pisciare a cazzo duro.", mi aveva detto, " Ma sbrighiamoci, altrimenti tua sorella viene a vedere pure nel cesso che sto facendo."
Mi aveva schizzato in bocca dopo pochi colpi, tanto che gli avevo chiesto: "E io?" E lui: "Accontentati per ora. Dai, muoviamoci che è già tardi!"
Quindi, sta volta, sperando in un trattamento più soddisfacente, cercai di simolarmo su punti che sapevo trovava assolutamente interessanti: “Ho messo il perizoma rosa…”
- “…E allora ti faccio di nuovo il pieno, ma stavolta da dietro. Però, fammi rilassare e bere qualcosa. Tu hai già bevuto, no?” E un po’ stizzito, concluse: “Non sono una macchinetta spara sborra. E poi devo star dietro pure a tua sorella. Mica posso fare cilecca con lei…”
- “Perché? L’hai fatto con lei prima di venire a cena?”
- “Oh…ma che sei geloso? E no eh?! Non è che diventi un rompicoglioni come le donne?! Tu le palle me le devi solo svuotare e non rompere.”
Capii che non era il caso di continuare e cominciai a fare ipotesi su come organizzarci. Il locale era veramente una bolgia. Un gran casino in cui perdersi era quasi ovvio. Ci saremmo tenuti in contatto tramite ...
... cellulare, questo sì, ma stabilimmo comunque come punto d’incontro il parcheggio del locale alle due circa. Questa cosa, abbinata al fatto che io avevo una gran voglia di fare il porco con lui a ogni occorrenza mi si presentasse, mi fece intuire che dovevo riconquistarlo facendogli dimenticare il piccolo battibecco del parcheggio. Temendo cambiasse idea, disperso in quel caos, cominciai a mandargli messaggi sempre più spinti, esplicitando i miei desideri orgiastici in quel contesto ricolmo di maschi carichi di ormoni. Inizialmente mi rispondeva con frasi del tipo “Stai buono. Ci penso io a te.”, “Non fare il monello che c’è troppa gente e mi viene duro.”, poi, però cominciò a rispondermi a tono in modo sempre più diretto. Finché: “Fatti trovare a culo all’aria poggiato sulla moto! Tra due minuti sono lì e ti tratto da troia vera.”
“Caspita”, pensai, “Che presa di posizione.” Mi diressi fuori e, accertatomi che il parcheggio fosse deserto e buio lì dove avevamo lasciato il cross, mi posizionai. Abbassai i jeans lasciando che il mio ano fosse coperto solo dal sottile filo setoso del perizoma di mia sorella che, all’estremità superiore, terminava con un malizioso fiocchetto. Il colore rosato del mio culo completamente glabro probabilmente era diventato una specie di faro tra il giubbotto da cross estivo che indossavo, gentilmente prestatomi da mia sorella, e i jeans calati fino all’attaccatura delle natiche.
Lo vidi arrivare nella penombra con la coda dell’occhio, sfoggiando ...