A15, la cisa
Data: 09/05/2021,
Categorie:
Etero
Autore: Arturo72
... differenza e dunque, lo capisco quel rispetto, e forse ci sta tutto. Ma non me lo aspettavo.
La tranquillizzo quantomeno sul fatto che non la stessi cazziando. “Non sono tuo padre, per fortuna”. E le racconto di quanto mi abbia incuriosito vedere questa macchinina bianca, con lei a bordo, piegarsi ad ogni curva e mangiare la strada per chilometri e chilometri. E’ delicata. Giovane e delicata. Pelle bianchissima, e occhi celesti. “Prendiamo un caffè, posso invitarti?” le dico, notando sotto quella maglia due capezzoli duri come poche altre volte ho visto. “Sta raffrescando, mi pare”. Sarà giovane, ma ha colto all’istante la provocazione. “Guidare forte mi fa sempre questo effetto” mi dice, abbassando lo sguardo sul seno e sorridendo maliziosamente.
Mi sorprende però la mia reazione: ho il nodo in gola. Quarantasei anni contro forse venti, ma ho il nodo in gola. Sorrido, credo, e le faccio strada verso il bar. Mi dice che sta rientrando a casa, da Pavia, dove studia. Mi informo sul percorso di studi, mi risponde. Ci ritroviamo davanti alla cassa, e mentre pago i due caffè mi accorgo che sta sbirciando un cornetto alla crema dietro la vetrinetta. “Mi aggiunga due cornetti alla crema” dico alla cassiera. Lei mi guarda incuriosita e trasforma il suo sguardo da giovanissima studentessa in femmina d’esperienza: “Come fa ad aver capito che sono ghiotta di crema?” E lo dice in quel modo che solo una donna bagnata riesce a dire.
Prendo i due dolci, e ritornando al bancone mi ...
... soffermo un po’ troppo dietro al suo bellissimo culo. Ho il cazzo duro, e lei lo sente. “Conosco un posto, vicino a casa mia”, mi dice “in cui la crema è sempre calda ed espressa”. Anche stavolta il suo modo di parlare e di fare, così schietto e dritto al punto mi lascia allibito. E quegli occhi da gatta fanno il resto. Il mio cazzo ha un sussulto. La sbatterei li sul bancone, la porterei nel cesso zozzo e la scoperei appiccicandola al muro. Ma la situazione è piuttosto delicata. Il tizio accanto a noi ha capito il gioco e rimane in ascolto, facendo finta di nulla. La ragazzina spreme il cornetto come fosse un cazzo, e fa uscire un po’ di crema: ne raccoglie un po’ con la lingua e poi intingendo il dito, penetrando il cornetto in maniera così autentica che pare l’autogrill intero si sia fermato di colpo. “No, mi dice”, dopo il primo boccone. “Non ci siamo. Non è né abbastanza calda né fresca”. Un altro paio di morsi e butta via il cornetto nel cestino. Beve il caffè. “Mi ci voleva un caffè” dice “ ma mi è rimasta voglia di crema. Dovrò fermarmi in quel posto che le dicevo, prima di rientrare a casa”.
Ho in testa l’idea di un bukkake con al centro la giovane studentessa.
“Senti” le dico “ facciamo così”, e parlando la accompagno cingendole la vita verso l’uscita. Salutiamo, salve, arrivederci. Il tizio nostro vicino di bancone ci guarda. “Tu hai voglia di crema fresca” proseguo “e io a questo punto ho voglia di soddisfare questo tuo desiderio”. Lei mi guarda, incuriosita ...