Promiscuità - parte 1
Data: 20/05/2021,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: HegelStrikesBack
Capita, spesso e volentieri, che le cose migliori siano quelle che accadono per caso.
Per caso ad esempio conobbi Nicolò, il leader di una band indie rock che stava cominciando ad affacciarsi con prepotenza nel mercato della musica in cui comandano le major.
Il blog per cui lavoravo mi mandò ad intervistarlo in una mattina di aprile, concordammo un luogo e un’ora per telefono e con l’occasione mi raccontò un po’ di sè e rimasi immediatamente affascinato: un ragazzo che sorrideva anche con la voce oltre che con la bocca, come nelle foto promozionali giunte in redazione e che campeggiavano confuse sulla mia scrivania.
E fu giovedì, alle 11:30 alla terrazza dello Zodiaco di Roma.
L’intervista non durò moltissimo, il tempo di due cappuccini.
Mi ringraziò delle domande, finalmente non banali, e si congedò prima di quanto avesse voluto.
Nel parcheggio una ragazza mora dai modi eleganti e dal bel sorriso inespressivo lo attendeva a bordo di una BMW sportiva nera.
Approfittai dell’essere rimasto solo per ammirare il panorama straordinario dello Zodiaco, poi chiamai un taxi e me ne tornai in hotel.
Approfittai dell’ora di pranzo per prendermi un panino gourmet di quelli che nel quartiere uber-chic di Monti si trovano ad ogni angolo di strada e di mangiarmelo mentre trascrivevo l’intervista.
Inviata. Fatto. Sono libero, adesso mi faccio un giro.
Dopo tanto tempo che mancavo dalla Capitale con un po’ di calma, faccio il turista. Giro a piedi, col naso ...
... all’insù, scatto foto, annoto luoghi sulla Moleskin con la speranza di avere un giorno tempo e modo di visitarli e approfondirli. Un aperitivo veloce a Trastevere con Sara, una mia ex di molti anni prima ora felicemente sposata e con bimbi e poi via in albergo.
Nel Mac ho qualche porno appena scaricato. Quasi quasi faccio così: doccia, sega e nanna.
Ma non faccio in tempo a entrare nella doccia che i miei programmi sono interrotti da un Whatsapp. È Nicolò: “Ciao, mi chiedevo se fossi ancora a Roma”.
“Sì, riparto domattina. Perchè?”
“Se ti va potremmo berci una cosa questa sera”
“Ok, se mi dai il tempo di farmi una doccia prendo un taxi e arrivo.”
Niente sega. Pazienza, in un certo senso sono contento così.
Un’ora esatta e sono nel posto concordato, una birreria dalle luci soffuse nel quartiere di Monteverde.
Nicolò mi aspetta fuori dal locale: giubottino di pelle marrone un po’ consunto, camicia bianca e jeans. I capelli castani scompigliati si appoggiano qua e là sul suo bel viso, caratterizzato da un baffo inequivocabilmente vintage.
Entriamo, ci sediamo, ordiniamo e parliamo tantissimo.
A quanto pare abbiamo un sacco di cose in comune oltre al numero di anni assolutamente identico. Amiamo la musica, siamo laureati entrambi in filosofia, tutti e due beviamo tanto (troppo), amiamo molto il sesso e riusciamo a guardare la spirale dell’etichetta di “Black Sabbath n°4” senza rimanere ipnotizzati.
L’argomento principe della nostra conversazione però ...