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Incatenando elisabetta
Data: 21/05/2021, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Spettro82
Erano appena le sette di mattina ma faceva già un caldo infernale. Avevo con me tutti gli attrezzi del mestiere, in quel piccolo borgo toscano avevo ereditato la bottega del mio babbo e mi guadagnavo da vivere facendo il fabbro, il maniscalco ed all'occorrenza qualche piccolo lavoro di carpenteria. La sera precedente ero stato precettato da un giovane frate gesuita dall'aria malaticcia, con un viso brutto che gli dava l'aspetto di un furetto. Mi aveva imposto di farmi trovare l'indomani nelle celle del municipio con tutto l'occorrente per mettere ai ceppi un condannato. Lui assieme ad un altro frate più anziano e all'inquisitore di cui erano gli assistenti erano giunti nel villaggio da ormai una settimana, stravolgendo il ritmo della tranquilla vita rurale del borgo. Trascinata con modi brutali da due picchieri che facevano da scorta ai tre religiosi c'era la giovane figlia del tintore, una ragazza di circa vent'anni con un seno florido e una pelle colore del latte. Alle streghe non ci credeva nessuno in paese, l'unica colpa di Elisabetta era quella di essere troppo brava con ago e filo e questo aveva suscitato l'invidia delle vecchie sarte del borgo. Comunque il vecchio inquisitore gesuita era uno a cui il suo lavoro piaceva e già si capiva che l'interrogatorio formale, dove non si ricorreva a mezzi cruenti per far confessare la sospettata avrebbe presto lasciato il posto a frustate ed ...
... umiliazioni. Elisabetta arrivò con le vesti già in brandelli e i segni di qualche robusto manrovescio sul viso, il mio compito si sarebbe limitato ad assicurarla alle catene e cosa che speravo non si rivelasse necessaria, arroventare gli astrusi strumenti che l'inquisitore aveva portato con se. Le regola vietava ai frati di occuparsi personalmente delle punizioni corporali da infliggere alla ragazza, era compito del braccio secolare mettere in atto fisicamente la volontà dei gesuiti, ma quei due contadinotti ripuliti avevano bisogno di qualcuno del mestiere per districarsi tra catene e carrucole e purtroppo mi vedevo costretto a rendermi complice di quella farsa da guitti. "Donna sei tu consapevole della gravità delle accuse che ti sono rivolte?" La risposta di Elisabetta fu' un pianto dirotto, seguito alcune frasi farfugliate in modo incomprensibile. "Metterela a nudo con le gambe divaricate in modo che possa scorgere i segni del maligno e preparatela per l'interrogatorio" Il rozzo armigero mise a nudo il generoso seno della donna senza alcun riguardo e strappandole di dosso i vestiti la lasciò a me perché le assicurassi le catene. A differenza degli altri uomini presenti in sala conoscevo Elisabetta fino da bambina, eravamo cresciuti assieme e mi odiavo con tutto me stesso per quello che ero costretto a farle. "Eli per dio urla, supplicali e digli tutto quello che vogliono sentirsi dire, sarà più semplice per te uscire ...