-
5
Data: 21/05/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Lucido De Lirio
... annuendo col capo. «Ti aspetto tra mezz'ora precisa davanti al camino» Prese un coltello e tagliò la corda che la sospendeva. Nel vederlo Elena dovette prepararsi incurvandosi per non cadere sulla testa ma sulla spalla, ma non riuscì comunque ad evitare un atterraggio pesante e dolorosissimo. Prima di allontanarsi Lui prese le chiavi delle manette e gliele mostrò, portandole con sé. Sarebbe dovuta salire su così come si trovava. Calcolando che ci avrebbe messo, a saltelli con le caviglie legate, scale comprese, non più di dieci minuti, contò mentalmente 1200 secondi: i venti minuti che si concesse per riprendersi un po'. Mezz'ora dopo si presentò davanti al Padrone, seduto in una poltrona davanti al camino acceso. Dovendosi inginocchiare di fronte a lui, su una tavoletta di legno bugnato, fu costretta a dare le spalle al camino standovi a non più di mezzo metro. Avendo riacquistato un po' di calma rimase immobile a sua disposizione. Quando il calore divenne doloroso e le punte della tavoletta le bucavano le ginocchia, non poté fare a meno di muoversi un po' e di lasciarsi scappare qualche lacrima. «Hai male?» «ihh» «Dove? Le ginocchia?» «ihh» «E poi?» «gghhhh» gemette lei voltando il capo ad indicare il fuoco. Lui le fece cenno allora di chinarsi in avanti in modo che, senza alzarsi dalla poltrona, poté toglierle le mutandine dalla bocca e poi il divaricatore. «Aahhhhh…» sospirò lei, non riuscendo per il momento a muovere la mascella; quando tentò di farlo il dolore la bloccò ...
... e dovette restare ancora qualche minuto con la bocca innaturalmente spalancata prima di poterla muovere di nuovo. «Dicevi?» «… il fuoco … mi sto bruciando …» piagnucolò lei «Questo non importa, e poi?» Lei si guardò i capezzoli ormai deformati dall'attrezzo «questi non li sento quasi più…» «Allora è il caso di dare qualche altro giro… «sì…» annuì lei sporgendosi in avanti per avvicinargli il pomello. Tre giri, tre dolorosi strattoni. Si rese anche conto che continuava a sussultare ad ogni scossa dello stimolatore, sembrava in preda al singhiozzo, ma preferì non dire nulla. «Ora che sei sufficientemente scomoda, puoi ascoltarmi. Stamattina ti ho detto che stasera si sarebbe concluso il tuo percorso, ora devo valutarti, devo interrogarti.» Dopo una pausa riprese «sai perché ti faccio questo?» «Perché sei il Padrone e ne hai diritto» «Sì, questo lo so, ma in questi sei mesi ne hai imparato il motivo?» «Attraverso il dolore devo espiare quotidianamente la mia Grande Colpa» «Ahhh … e sai qual è la tua Grande Colpa?» «Di esistere … la mia Grande e insanabile Colpa è di esistere» «Brava! e quindi devi espiarla col dolore …» «Col dolore e con la schiavitù. L'essere sottomessa totalmente al Padrone e subire dolorose ma giuste punizioni mi aiutano ad espiare la Grande Colpa» «Bene! quindi quello che hai fatto in questi sei mesi è un percorso, nel quale ti ho indirizzata, che stasera giunge al termine. Penso che tu sia pronta per la prova finale. La prova che dimostrerà definitivamente ...