Ma chi me lo doveva dire ... epilogo
Data: 01/06/2021,
Categorie:
Etero
Autore: reninytxis
... primo appuntamento. Mara ci distanziò tanto che presto il loro chiacchiericcio fu incomprensibile, perso nella brezza notturna. Sembravano molto presi dall’argomento della discussione, e doveva essere parecchio divertente viste le risate scoppiettanti che ci arrivavano. Fu Anna a rompere il silenzio:
-Cosa c’è, veramente tra te e Giò? – mi chiese, avvolgendo le sue braccia attorno al mio. A dire il vero era proprio ciò che stavo cercando di mettere a fuoco, o almeno quello era uno degli aspetti di quella situazione, così fuori del comune per me, in cui ero stato così repentinamente coinvolto, che cercavo di comprendere …
Nel bel mezzo della irrequietezza che mi provocavano tutte quelle novità inaspettate avvertivo euforia, compiacimento ed un senso di liberazione, quasi di commozione! Trassi un lungo e profondo respiro prima di parlare:
-Giò è sempre stato nei miei affetti, almeno come può esserlo un ragazzo che vedi crescere con i tuoi figli. E’ stato un colpo, non posso nasconderlo, quando ieri mi ha dichiarato di provare attrazione per me. Ieri era un ragazzino, oggi è un uomo. – mi girai a guardarla – Come si può affrontare tutto questo? E’ come addormentarsi nel proprio letto e risvegliarsi in un mondo nuovo!
Anna rise. Ma non mi era sfuggito il piccolo sussulto che aveva avuto alla parola”figli”. Riprendemmo a passeggiare, silenziosi. Avvertii il suo abbraccio farsi più stretto ed il suo capo adagiarsi alla mia spalla, il seno sollevarsi ed abbassarsi ...
... delicato come le ali di una farfalla, seguendo il ritmo del suo respiro, contro il mio braccio.
-Ho un figlio, sai? – disse senza preamboli. Assentii, ricordando il sottile segno che aveva tra l’addome ed il pube. Mi voltai senza parlare a guardarla, incitandola con lo sguardo a proseguire.
-Ha tredici mesi. – proseguì – Vive con mia sorella e mio cognato, e con i loro due bambini. Loro sono i suoi genitori a tutti gli effetti perché non l’ho riconosciuto.
Fece una lunga pausa. Confesso che non sapevo cosa dire: non ho mai affrontato un argomento del genere ed avevo il terrore di dire o fare qualcosa di veramente idiota! Anna parve avvertire il mio disagio, nonostante cercassi di controllarmi e mascherarlo. Sorrise.
-Forse pensi che una donna non dovrebbe mai rinunciare all’occasione della sua maternità? – mi chiese. Mi fermai, lei alzò lo sguardo su di me, seria ma non accigliata.
-Penso a quanto terribili siano gli istanti in cui una madre deve impedirsi di stringere il suo bambino tra le braccia, dopo averlo tenuto in grembo per nove mesi! – mormorai, guardandomi le dita dei piedi, imbarazzato. Anna sorrise e mi gettò le braccia al collo.
-Sei una persona così dolce! – mormorò, baciandomi. La abbracciai. La tenni stretta, la avvolsi tra le braccia come se la volessi proteggere.
-Dai, o li perdiamo! – mi esortò tirandomi per la mano. Affrettammo il passo per raggiungere Mara e Giò. Anna riprese a raccontarmi la sua storia:
-Non per discolparmi, ma la mia ...