1. Ma chi me lo doveva dire ... epilogo


    Data: 01/06/2021, Categorie: Etero Autore: reninytxis

    ... gravidanza è frutto di un bruttissimo incidente. – mi disse. Avvertii come un senso di ansia, il respiro che improvvisamente mi mancava. – Senza fare tanti giri di parole, fui stuprata. - La conferma al mio timore fu come uno schiaffo!
    
    Un amico, se amico si può chiamare … una persona che vive con te la tua vita per poi rivelarti nel modo più crudo e bestiale come, anzi cosa effettivamente ti considera! La storia, che Anna descriveva con freddezza impressionante, non era molto diversa da altre già note ed io mi trovai a riflettere su quanti mostri, irriconoscibili, possono vivere tra noi che guardano ad altri esseri umani come qualcosa di diverso da sé, qualcosa senza importanza, sensibilità, anima. L’idea di “persona-oggetto” è una contraddizione: la capacità di formulare o possedere un concetto presuppone una consapevolezza, intelligenza. Una persona sente e pensa, un oggetto no. “Oggetto”, quindi, è chi “pensa” di poter usare una persona: è o no contraddittorio?
    
    Alla descrizione di quei fatti mi sentivo fremere di rabbia e non dissi una parola. Anna avvertì il mio turbamento.
    
    -Scusami. – mormorò. Avvolsi il braccio attorno alle sue spalle, dandole un bacio tra i capelli.
    
    -Se avesse un senso, mi scuserei io, da uomo, per il comportamento di certe bestie. – le risposi. E lei si strinse ancora più a me.
    
    -Non è stato facile per me tornare a vivere. – riprese dopo qualche minuto – E’ grazie a Mara che sono tornata dal mondo delle ombre! – disse con finta ...
    ... drammaticità.
    
    Seppi da lei che Mara, tra i mille impegni che una persona dinamica come lei non poteva non avere, partecipava attivamente ad un gruppo di sostegno per donne che subivano violenze. Tra loro era nata subito una forte intesa, mi diceva, e Mara l’aveva seguita per tutta la gravidanza. Era stata lei a metterla in condizioni di decidere da sola cosa fare, prima di se stessa e del bambino nei primi tre mesi e, una volta deciso di proseguire, dopo il parto. Era stata Mara ad escludere quei familiari che premevano per l’aborto a oltranza così come per la prosecuzione. Ed era stata sempre Mara a capire chi, tra le tante persone attorno a lei, avrebbe accolto il bambino con l’affetto necessario a crescerlo bene. Ma sempre facendola sentire abbastanza serena da decidere da sola.
    
    Ed era così che era nata una storia di affetto ed amicizia così tanto simile all’amore.
    
    -Vuoi dire – le chiesi meravigliato – che tu e Mara non siete compagne?
    
    Rise. Erano amiche, amanti, confidenti, sorelle, madre e figlia.
    
    -Nonostante tutto, gradisco gli uomini. – mi disse sorridendomi con malizia – Ed è grazie a lei che non ho perso troppo tempo a piangermi addosso. Mara, però … - e ridivenne pensierosa.
    
    -Mi ha detto qualcosa di se, dei suoi due matrimoni. E di quanto noi uomini possiamo essere bastardi. – le dissi, cercando di sdrammatizzare.
    
    Anna continuava a guardare Mara che conversava con Giò poco lontano. Scuoteva lentamente il capo:
    
    -La sua storia è ancora più terribile, ...
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