Il gioco della bottiglia (seconda parte)
Data: 03/06/2021,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: joyxxx
... maestre e il tempo che dovevamo dedicare. Ovviamente io aggiunsi il classico dei luoghi comuni: “Ai nostri tempi non era così, eravamo abbandonati a noi stessi, e se non andavamo bene a casa erano botte”.
Lei sorrise portandosi una mano sui capelli. Un gesto che mi era vagamente familiare.
“Beh non è detto che essere abbandonati a se stessi fosse così male” disse con aria sorniona.
“A cosa ti riferisce, scusi si riferisce, beh possiamo darci del tu…” farfugliai.
“L’avevo capito che non mi avevi riconosciuta” disse lei sorridendo.
La guardai meglio e come nei film, quando una sonda ti si infila nel cervello e ricevi un miliardo di informazioni in un secondo, capii finalmente la verità.
“Cazzo ma sei Claudia !” urlai quasi fuori di me sbattendomi il palmo della mano sulla fronte.
“Sono così invecchiata che non mi riconosci ?”
“Sono un coglione, ecco cosa sono. Non sei invecchiata, sei sempre splendida, bella come un tempo”.
Ormai avevo inserito il pilota automatico, complimenti e ricordi, ricordi e complimenti. E stranamente restavamo sempre li in piedi, in una situazione sospesa che poteva interrompersi da un attimo all’altro. Ma il cazzo che mi tirava nelle mutande non ne voleva sapere minimamente di andarsene da quella situazione intrigante…
“Ti ricordi quei pomeriggi a giocare con la bottiglia ?” aggiunse lei sbarazzina “Che ricordi bellissimi”.
“Veramente ricordo molto bene quello che accadeva dopo… a casa tua” aggiunsi io quasi ...
... timidamente.
“Che pomiciate che facevamo… eravamo assatanati”.
“Beh io ricordo ben di peggio delle pomiciate” e nel dire questo mi portai verso di lei, invadendo il suo spazio personale. Lei come allora mi lasciò fare senza indietreggiare.
“E sai una cosa Claudia… non riesco a capire perché allora non l’abbiamo mai fatto davvero….”
“Ci pensavo mesi fa sai… e me lo sono chiesta pure io… Sai anche se con mio marito va bene… non ho più vissuto quell’intensità, quei momenti, quella passione”.
Orami le ero addosso, e a costo di prendermi una sberla sul viso le misi una mano su una gamba.
“Per come la vedo io” dissi bisbigliando “possiamo sempre recuperare il tempo perduto”.
La tirai a me e le infilai la lingua in bocca. Lei interdetta seguì il mio movimento e contraccambiò il gioco di lingua. Restammo in quel bacio infinito non so per quanto tempo, mentre i nostri corpi attorcigliati e le nostre mani avidi cercavano di riscoprire gli antichi contatti e sapori.
Le slacciai la vestaglia, che scoprii essere una specie di accappatoio, sotto portava solo le mutandine di stoffa bianca. Aveva ancora un corpo sodo e bello, e due tette che riempivano perfettamente una terza. La spinsi lentamente sull’accogliente divano alle nostre spalle.
Cominciai a leccarle l’interno delle cosce. Profumava di Sali di bagno alla mandorla, e questo odore mi ingrifò come una bestia. Passai ai seni, succhiandole i capezzoli come un neonato. Lei era alla mia mercé mi lasciava fare, come se ...