1. Come diventai bull parte 3a


    Data: 04/06/2021, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: ilmassaggiatore1

    Come diventai bull parte 3a Avevo conosciuto Andrea e Paola, l’estate 2001 al mare. Andrea era un collega milanese di Luca, un caro amico che mi aveva messo a disposizione la moglie, o meglio la cui moglie aveva una storia con me e lui l’aveva accettata con piacere. Quella estate, avevo notato più di una volta Paola guardarmi come volesse dirmi qualcosa, cercavo di trovare l’occasione giusta per riuscire a stare tranquillo solo con lei, ma tra Andrea, Jenny la mia donna (moglie di Luca) ed il resto della comitiva, non riuscivo ad appartarmi. Paola era una 37nne con un fisico da top model, capelli lunghi molto mossi nero corvino, fate conto di vedere la Manuela Arcuri con un seno meno esagerato, col viso meno marcato e leggermente più snella. Insomma una gran gnocca che non passava inosservata. Essendo già super impegnato con Jenny e Rita, non ci pensai neanche lontanamente a provarci con lei, però speravo in un futuro, qualcosa mi diceva che non le ero indifferente. L’occasione si presentò il pomeriggio della mia partenza, avevo già saldato il conto, caricato il bagaglio, salutato gli amici presenti e mi recai al bar dell’albergo per un caffè prima di cominciare a macinare chilometri. Paola era lì appollaiata sullo sgabello alle prese con una granatina di caffè, io ero ovviamente già in tenuta da moto, “Allora ci lasci? Anche noi rientriamo tra un paio di giorni. Dai scambiamoci i numeri così ci sentiamo e magari ci ritroviamo su a Milano” ci trasferimmo ad un tavolo, ...
    ... ordinai il caffè e con gli occhi mi persi tra le tette di Paola. Indossava un bikini di quelli che sopra hanno due laccetti, uno attorno al collo cui sono cuciti due minuscoli triangolini di stoffa, ed uno che girando attorno al busto si allaccia dietro, quest’ultimo infilato nella base dei triangolini. Bene i due triangolini nella fattispecie erano piuttosto lontani uno dall’altro. Mentre prendevo il caffè le dissi: “Pensa che sfiga! Adesso devo proprio andare, con tutto questo ben di dio che ho sotto il naso, e devo lasciarlo quì!” la sua risposta mi lasciò ben sperare “Sù sù! Mandrillone! Vai adesso.
    
    Le cose desiderate sono le più apprezzate!” Tradussi quella frase come un: “Stai tranquillo, te le tengo da parte” Mi accompagnò sino alla moto in assetto da viaggio, parcheggiata nel giardino dell’albergo, “Bella! Mi farai fare un giro qualche volta a Milano?” “Volentieri” ebbi la certezza che l’avrei rivista presto. La salutai con un abbraccio e due bacini, montai in sella, infilai il casco lei si avvicinò e mi si appiccicò alle labbra facendomi sentire il sapore della sua lingua. Mi abbassò la visiera del casco, arretrò di un passo, si allargò del tutto i due triangolini del bikini, due “Soli” balzarono fuori, sorridendomi: “Mi raccomando, vienici a trovare!” “Stanne certa!”. Quella visione e quel invito mi accompagnarono per tutto il tragitto di rientro a casa. I tre mesi successivi li trascorsi lavorando tutta la settimana in attesa del venerdì pomeriggio, quando partivo per ...
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