1. scopata con un negro


    Data: 06/06/2021, Categorie: Etero Autore: audace

    ... due parole in francese stentato e ci allontaniamo in silenzio.- Che cosa bevi? � gli domando entrando nel bar.- Coca cola �- Un t&egrave freddo e una coca cola, per favore�. Vieni, sediamoci.. �Ci sediamo di fronte e sorseggio il t&egrave senza staccargli gli occhi di dosso, assorbendo nelle pupille la sua immagine vivida stagliata contro la luce violenta del primo pomeriggio che filtra anche dentro il locale.Mi lancia occhiate diffidenti.- Come ti chiami? �- Alex �- Ma il tuo vero nome qual &egrave? �- Il mio nome vero Mvuli, difficile eh? � dice con accento francese.- Cosa significa? �- Eh? �- Cosa vuol dire? -- Ah, Mvuli &egrave un albero.. il legno dell�albero si usa per costruire le barche..- spiega Mvuli gesticolando. � Ma Alex più facile � Sorride.Sorseggio il t&egrave. Il mio sguardo lo divora mentre avvicina alle labbra la bottiglia di coca cola e la svuota in tre grosse sorsate leccando infine le labbra gonfie e girandosi verso di me.- Ne vuoi un�altra? �- Si, grazie �Chiedo un�altra coca cola e prendo dentro il frigo un gelato, torno da lui e glieli porgo, mi ringrazia sorridendo. Rimango a osservarlo scartare il gelato ed eliminarlo a grosse leccate dal cono tenendo la coca cola stretta nell�altro palmo, ghiacciata.La bocca si muove sul cono e sulla bottiglia colma di liquido mentre il mio sguardo divora il suo corpo i muscoli gonfi le spalle possenti il petto teso le braccia nere la testa tonda le labbra tumide il bisogno cresce, estensione del desiderio ...
    ... contorto e schiacciato come un animale innocente che alza finalmente la testa, altero, e quando per un istante i suoi denti bianchissimi illuminano come pietre di luna il sorriso una folgorazione mi sveglia, di colpo, costringendomi ad agire con decisione.Prendo un tovagliolo di carta e scribacchio un indirizzo, glielo porgo.- Quando hai finito col banco vieni da me a questo indirizzo, se vuoi �Lo osservo. Sorride. Dice Grazie, come per il gelato.Forse mi sono già pentita ma non fa nulla, pago il conto gli porgo le cinquantamila della statua ed esco veloce, sentendo sulla pelle i suoi occhi.Adesso sono seduta su una seggiola con i gomiti appoggiati al tavolo di legno del luminoso soggiorno nell�appartamento di Paola, mi ha lasciato le chiavi per tenere d�occhio la casa mentre lei &egrave in vacanza, e per bagnare le piante. Le amene pianticelle ornamentali occhieggiano da ogni angolo e mensola del soggiorno arioso e vivace, la casa di Paola mi &egrave sempre piaciuta per l�amore che trasmette ogni oggetto che vi dimora, scelto con cura dalle sue diafane dita sottili e studiato con attenzione dalle delicate iridi turchine ombreggiate da ciglia dorate ricurve, costringendola ogni tanto a corrugare leggermente la fronte cosparsa di ciocche ricciute, prima di trovarvi una sistemazione definitiva e perfetta. Dalla mensola occhieggia anche il volto abbronzato e sorridente di Alberto imprigionato in una fotografia dentro un portaritratti d�argento, mi chiedo che cosa direbbero se sapessero ...