1. scopata con un negro


    Data: 06/06/2021, Categorie: Etero Autore: audace

    ... arrivare, strappandomi gemiti di desiderio e movimenti convulsi, come una danza frenetica.Sdraiata sul tavolo ho abbandonato la presa sui suoi pantaloni, ma adesso mi sporgo arcuando il bacino e raggiungo i suoi fianchi dove la cintura &egrave già stata allentata, lo spoglio. Premo le dita sulle sue spalle costringendolo a interrompere la danza del serpente dentro le mie cosce e lo spingo indietro contro il muro bianco perfetto, lo osservo un istante, sconvolta, scivolo davanti a lui in ginocchio, nuda fino alla cintura, famelica inghiotto il suo uccello dentro la gola, sento la punta gonfia premere contro il palato e scivolare all�imbocco della laringe, soffocandomi. Deglutisco a fatica e con la lingua lo percorro vorace, succhiando, lo sputo fuori, lo lecco, torno ad affondarlo dentro la bocca.Adesso pulsa nella mia gola come ad avvisarmi che potrebbe esplodere in qualsiasi momento, afferrandolo alla base con le due mani aperte lo lascio libero, all�aria, ad asciugarsi dal calore della mia saliva.Il desiderio si contorce come una bestia intrappolata dentro il mio corpo.Inginocchiata sulla sedia con il torace appoggiato sul legno freddo del tavolo come in una punizione sento le nere dita penetrarmi profondamente e poi d�improvviso il suo membro, turgido e arrabbiato che mi scuote come una bandiera, mi prende, mi invade, riempiendo la mia gola di implorazioni.Non posso vederlo. Posso percepirne la rabbia, la violenza della sua eccitazione da come si muove dietro e dentro di ...
    ... me e non colgo un barlume di lucidità in me in lui in quei momenti di dolore e piacere assoluto, inarrestabile, adesso urlo, sconvolta, per comunicargli il bisogno della mia eccitazione, ma lui si ferma, crudele, e mi siede sul tavolo come se fossi di gommapiuma, fronteggiandomi col volto di ebano, inondandomi del suo liquido bianco madreperlaceo.Mi abbandono all�indietro, piangendo.Sento il rumore del rubinetto e capisco che beve un bicchiere d�acqua, prego che se ne vada prestissimo, per procurarmi piacere da sola e correre dentro la doccia a lavarmi, disgustata, dallo sperma bianco dell�uomo nero e bastardo, come ci hanno sempre insegnato. Convinta che sia tutto finito.Ma lui si riavvicina. Riprende ad accarezzarmi e asciuga le lacrime con le sue dita lunghe, leggere, le labbra si aprono sui miei capezzoli ad assaporare quel liquido chiaro, dal colore della luna, e la lingua riprende a giocare come un serpente, rossa, lasciando una scia di bisogno un veleno, svuotandomi da ogni pensiero. Di nuovo si insinua fra le mie cosce dove mi ha appena violata procurandosi un piacere solitario e brutale, dischiude le labbra con delicatezza, si sofferma a succhiare il minuscolo anello da cui si dipartono tutti i raggi del mio piacere come dal sole.Le dita tiepide scivolano sulle natiche aprendole leggermente e con un dito penetra l�altro minuscolo anello, facendosi strada nello spazio angusto con decisione, consapevole della mia incapacità di reagire per tutto il tempo in cui la mia ...