1. In nome della legge


    Data: 07/06/2021, Categorie: Tradimenti Autore: pinkoepallina, Fonte: Annunci69

    ... spogliarello, durante il quale rivelò tutto il suo splendore, messo ancora di più in evidenza da un completino perizoma-push up color glicine, in gradevolissimo contrasto con una carnagione mediterranea liscia come la seta. Sciolse i capelli, biondo cenere.
    
    Tutto quello che il barista aveva immaginato sul quel fisico, attraverso la divisa od in quegli abiti sempre rigorosi, corrispondeva al vero: era perfetta.
    
    Ancora incredulo, si spogliò con la velocità di Arturo Brachetti, la attirò di nuovo a sé e si sistemarono su un divanetto che sembrava fosse lì apposta.
    
    Tony percorse freneticamente con la lingua, seno, capezzoli, natiche, interni coscia e tutto il resto di quel corpo mozzafiato. Lo fece più volte, indugiando particolarmente su grandi labbra e clitoride, facendola impazzire di voluttà.
    
    Dopo una serie di giravolte, nel momento in cui decise di penetrarla, lei lo fermò.
    
    Gli disse: “Prima voglio tenerlo un po’ in bocca per il mio piacere. Lo vedo e lo sento, è duro come l’acciaio e perfetto per me, che adoro le dimensioni extra large”.
    
    Nel sentire queste parole a Tony si impennò l’ego, perché il pene era già al massimo della forma, e da un pezzo.
    
    Lei lo prese in pugno con la destra, stringendolo con delicatezza e avvicinandosi con la testa.
    
    Lo accolse fra le labbra con una lentezza esasperante, succhiandolo centimetro dopo centimetro, fino a farlo scomparire completamente, per poi cominciare con un lento su e giù, aiutandosi con la stessa mano, ...
    ... mentre l’altra lavorava massaggiando i testicoli.
    
    Attimi di passione, erotismo, libidine.
    
    “La vorrei mia… bella poliziotta maiala” sussurrò lui con un coraggio che meravigliò per primo sé stesso: con compiacimento si stava accorgendo di poter vincere l’imbarazzo iniziale e la naturale sudditanza psicologica che subiva da sempre.
    
    Non completamente, però, perché fu allora che, senza dilungarsi in altri preliminari, Patrizia gli balzò sopra dicendo: “No, sono io che ti faccio mio, adesso, bel barista cazzuto. Dopo vediamo”.
    
    Lui annuì.
    
    L’espressione che assunse quando lo ebbe dentro era di estasi ed abbandono allo stato puro e Tony si sentiva un novello Rocco Siffredi.
    
    Lo cavalcò in tutti i modi possibili. Di faccia, di schiena, velocemente, lentamente, con foga, con dolcezza, anche ‘spennellando’ orizzontalmente, perpendicolare o distesa su di lui.
    
    Non le interessava nulla delle quasi urla che l’eccitazione le faceva emettere e che probabilmente uscivano dalla porta, con tutti i rischi del caso.
    
    Durante un bacio, con le lingue che frullavano come impazzite, lei venne con un gemito fragoroso e si accorse che stava venendo anche lui. A quel punto si staccò, per farsi inondare di proposito bocca e seno da copiosi getti di liquido caldo, a testimonianza di un orgasmo travolgente.
    
    Nonostante fosse stato lungo ed intenso, non bastò per placare la smania che Tony aveva accumulato in quegli anni. Le concesse, per rimettersi in forze, un lasso di tempo a suo ...