1. La mia iniziazione (cap.4)


    Data: 08/06/2021, Categorie: Prime Esperienze Autore: cagnettabianca, Fonte: Annunci69

    ... alla sua volontà e a quella nuova esperienza di vita che dal giorno precedente mi era stata imposta.
    
    La cera bollente venne spalmata sul mio pube e non fu facile per me sopportare quel supplizio. Era infuocata e lo strappo violento dei peli provocava dolore insopportabile, tanto da farmi urlare come un’ossessa. La implorai di sospendere il trattamento. Piansi, ma lei non ebbe pietà. Tirò via minuziosamente tutti i peli, compresi quelli delle grandi labbra e negli angoli più nascosti del mio inguine.
    
    Strappata via l’ultima striscia, mi appoggiò sul pube del ghiaccio per chiudere bene tutti i pori piliferi e tonificare la pelle. La figa paonazza si rinfrescò piacevolmente, ma quando decise di introdurre tre cubetti come una supposta nel mio culetto mi sentii bruciare come un peperoncino e iniziai a urlare. Lei teneva strette le mie chiappe per non farmelo espellere ed io avevo la sensazione che una punta di coltello squarciasse il percorso anale provocandomi bruciore insopportabile.
    
    “Zitta e controllati altrimenti di tappo la bocca” questa fu la sua reazione immediata.
    
    Mi spiegava in seguito che il ghiaccio aveva il compito di tonificare le pareti anali. Dovevo sopportare. Rimanevo così dieci minuti mugugnando in silenzio per poi rialzarmi schizzando dal culo l’acqua che si era formata dentro per lo scioglimento del ghiaccio. Rossa di dolore e vergogna, attonita cercavo di trovare la via della mia camera e prepararmi all’appuntamento. Mi sentivo in uno stato ...
    ... pietoso per la figa spennata come un pollo e il culo freddo come un ghiacciolo.
    
    “Indossa le calze autoreggenti, le scarpe di ieri e un vestito a tua scelta, ma che sia piuttosto corto e largo”. ” Non mettere slip, vedrai che la figa prendendo aria smetterà di bruciarti”. Con questi consigli si congedò da me prima di farne ritorno e invitarmi in macchina per accompagnarmi dal dottore.
    
    Il percorso stradale fu abbastanza lungo e durante il cammino tendevo a tenere le gambe divaricate perché la figa ancora mi bruciava, mentre i piedi erano già da casa rientrati nella morsa di dolore del giorno prima. Devo dire che ero alquanto agitata, pensierosa e preoccupata per quello che poteva accadere durante l’incontro. Muta cercavo di distrarmi ascoltando la musica che l’autoradio emetteva.
    
    Arrivammo nella zona periferica della città, in una casa abbastanza isolata rispetto alle altre. Parcheggiata la macchina nell’adiacente stradella privata mi accompagnò all’entrata suonando il campanello. Nell’attesa mi accorsi che era una calda giornata di sole e intorno alla casa echeggiava un’atmosfera di quiete arricchita dalla natura verdeggiante che ne faceva da padrona. L’uscio di casa non tardò ad essere aperto. Il dottore si presentò indossando professionalmente un camice bianco e con un sorriso sulle labbra ci fece accomodare dentro suggerendo a lei l’orario per il mio rientro. Sarei rimasta in osservazione tutto il giorno, solo in serata avrei rivisto la mia abitazione. Si scambiarono ...
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