1. Una paziente della dottoressa Angela - Il padrone di casa è pazzo di me!


    Data: 13/06/2021, Categorie: Etero Autore: Angela Kavinsky, Fonte: EroticiRacconti

    Dottoressa, parlare con lei mi sta davvero aiutando. La ringrazio per quello che mi ha detto l’ultima volta: forse non c’è davvero nulla di male in tutto questo. Però mi fa piacere continuare a parlarle della mia situazione; mi aiuta a convincermi che devo vivere questa faccenda con allegria e spensieratezza, ed è per l’appunto quello che sto facendo! Mi chiamo Teresa, ho 38 anni e da qualche mese, ahimè, ho perso il lavoro di centralinista in una piccola azienda. Alla scadenza del contratto di lavoro, affranta, decisi di non rinnovare il pagamento dell’affitto del mio appartamento in centro città per spostarmi in un appartamento più piccolo, in periferia e, ovviamente, meno costoso. Che dire, non è poi così male in realtà. Vivendo io da sola (a parte il mio gattino Miao), ci sono meno stanze da pulire, inoltre non c’è tanto traffico ed è più facile trovare parcheggio. Stefano è il padrone dell’immobile in cui vivo attualmente. Lo conobbi di persona solo il primo giorno in cui iniziai a vivere lì. Mi fece visita mentre sistemavo gli scatoloni. Era stata una sua subordinata a mostrarmi l’appartamento le prime volte. Ed era sempre stata la subordinata la persona con cui avevo concluso l’affare e pattuito il prezzo mensile dell’affitto. Ora invece, finalmente, conoscevo il padrone. Lo invitai ad entrare nel mio (o per meglio dire suo) appartamento, e lo feci accomodare sul divano. “So che hai parlato con Antonella. Mi ha parlato molto bene di te e sono contento che tu abbia ...
    ... deciso di trasferiti qui!”. mentre parlava, prese in mano il mio gatto e iniziò ad accarezzarlo. A Miao Stefano sembrava piacere. “Già, beh… grazie a te!”. Ero un po’ imbarazzata. Stefano era davvero un bell’uomo. Non molto alto ma fisicamente ben messo, dimostrava meno dei sui 45 anni, se non per il fatto che avesse barba e capelli quasi totalmente bianchi. I lineamenti erano giovanili e decisamente da gran figo. Le braccia erano ricoperte di tatuaggi. “Comunque è bello qui. dico davvero!”. Sorrisi. Lui sorrise a sua volte. Lo ammetto: non ho mai pensato di essere una strafiga. Non sono nemmeno io molto alta, fisicamente sono “normale”. Ho i capelli rossicci, gli occhi piccoli e color nocciola. La bocca leggermente a canotto (dicono le mie amiche) ma assolutamente non rifatta e una cascata di lentiggini sul dorso del naso e sotto gli occhi. Beh, non sono nemmeno brutta, sia chiaro, ma al confronto ero convinta che lui fosse molto più figo di me, e per questo mi sentivo ancor più in imbarazzo. Quel suo sorriso mi faceva letteralmente sciogliere come burro in padella. Stefano lasciò andare il mio gatto, Miao, che miagolò e, alzando la coda, si strusciò contro i miei piedi nudi. Stefano, non so perché, si lasciò andare ad una strana battuta: “Fortunato quel gatto!”. Iniziavo a pensare che potessi piacergli, e la cosa non mi dispiaceva affatto. “ora è meglio che vada!” disse alzandosi dal divano. “Ti lascio disfare i bagagli!” “E per l’affitto? So il totale ma quando devo…” ...
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