1. Una paziente della dottoressa Angela - Il padrone di casa è pazzo di me!


    Data: 13/06/2021, Categorie: Etero Autore: Angela Kavinsky, Fonte: EroticiRacconti

    ... “Quando?” mi interruppe lui. “Santo cielo sei arrivata da appena un paio d’ore! Stai tranquilla; fai quello che devi fare. All’affitto ci pensiamo più avanti!”. WOW! pensai. Non vuole nemmeno la caparra. Che davvero Stefano abbia un debole per me? La cosa mi fece stampare sul volto un sorrisetto diabolico. Stefano possedeva quell’immobile ed anche altri nel quartiere, quindi aveva un mucchio di soldi. E in più, era decisamente l’uomo più sexy che avessi mai visto. Se davvero gli piacevo, per me quello sarebbe stato un JACKPOT! Ahimè purtroppo, dopo aver fatto conoscenza con i miei nuovi vicini, ossia gli altri inquilini del palazzo (tutte coppie di anziani) venni a sapere che purtroppo Stefano era sposato. Non solo: era la moglie la vera proprietaria degli immobili, e la cosa mi fece pensare che il bel Stefano l’aveva sposata solo per i soldi. O magari no, ma me la immaginavo come una stronza, brutta e antipatica. Però, di contro, c’era da dire che Stefano pareva interessato a me, e forse magari una scopata… Ok, basta seghe mentali. Ci avevo parlato per 2 minuti e già mi sognavo chissà cosa. I primi giorni nel nuovo appartamento passarono piuttosto lieti; i miei genitori mi aiutavano passandomi qualche soldino mentre cercavo lavoro, e il fatto che Stefano non fosse ancora venuto a chiedermi dell’affitto mi lasciava un po’ perplessa ma va beh, è lui il padrone, e se a lui stava bene così… Poi però, finalmente, Stefano venne a trovarmi e da lì in poi tutto cambio. La mia ...
    ... immagine di lui divenne decisamente distorta. “Ciao Teresa!” “Chiamami Terry!” “Allora tu chiamami Ste!”. Sorrise. Lo feci accomodare di nuovo sul divano. “Non volevo disturbarti, ma se ti va, se non devi andare al lavoro, possiamo parlare!” “Nessun problema. In effetti, non ho un lavoro!” “Davvero?” “Mi è scaduto il contratto il mese scorso e… Sto cercando. Ma è dura! Tu per caso conosci qualcuno che…” Stefano rimase in silenzio per qualche secondo prima di rispondermi. Poi si avvicinò a me sul divano. Mi scrutò. Indossavo pantaloncini yoga neri ed una maglietta smanicata aderente anch’essa nera. Ero scalza, come sempre, perché la moquette era morbida ed era un piacere sentirla sotto le piante dei piedi. “Mi dispiace, no non conosco nessuno che stia cercando impiegati… però è una cosa tremenda!”. La cosa lo fece diventare triste. Io cercavo di non deprimermi per la mia situazione; avevo qualche soldino da parte e i miei mi aiutavano. Insomma non ero ancora ridotta alla canna del gas. Ma forse davo questa impressione. “Io la butto lì Ste. Se facessi le pulizie in questo palazzo? Potrei lavare le scale e…” mi sembrò una buona idea. “Oh no!” rispose lui. “beh” dissi. “ovviamente non ti chiederei un grande stipendio!”. “No Teresa! Non potrei mai chiederti questo! Così come non posso farti pagare l’affitto…” Cosa avevo appena sentito? “Stai scherzando?” chiesi. “Teresa, dico sul serio. Non posso chiederti l’affitto”. Si abbassò, raccolse dalla moquette il mio piede destro, lo portò ...