Le ripetizioni di Inglese con Anna
Data: 18/06/2021,
Categorie:
Sensazioni
Etero
Autore: Deckard
Ripetizioni di IngleseAvevo vent'anni, vivevo ancora con i miei e frequentavo l'università della mia città. Una vita tranquilla: un po' di lezioni, qualche ora di studio, tennis con i soliti amici, e la mia ragazza.Sono cresciuto in un ambiente piccolo borghese, molto perbene, frequentando la parrocchia, ed ero davvero un bravo ragazzo; spigliato e socievole in pubblico, ma timido con le ragazze; non avevo ancora fatto esperienze di rilevo nel mondo del sesso. E la mia ragazza Marta, ex compagna del liceo con la quale stavo da un paio d'anni, non mi era certo d'aiuto.Piccolina, graziosa ma nulla di più, una brunetta con gli occhi scuri e un carattere introverso, mi aveva intrigato, e sicuramente aveva stimolato il mio spirito da cavalier servente senza macchia e senza paura, o da buon samaritano contento di stare con la ragazza da proteggere e da coccolare. Seni piccoli, come mi sono sempre piaciuti, un corpo morbido ma non certo mozzafiato. Ma pochissimo disponibile al sesso.Peraltro eravamo fortunati: i suoi genitori non avevano problemi a permetterle di stare via qualche giorno, mettendoci anche a disposizione la loro casa al mare; e non mancavano neppure le alternative, come la casa in montagna di un nostro amico, che stava con Laura, a sua volta amica di Marta.Durante quei giorni, ovviamente, Marta e io dormivamo nello stesso letto, e limonavamo fino a stordirci. Un po' per volta avevo conquistato il permesso di insinuare la mano sotto la sua maglietta, di accarezzarle ...
... i piccoli seni sodi e, dopo svariati tentativi, di violare il confine dell'elastico delle sue mutandine, sfiorarle il pube, scendere oltre e scoprire la sua passerina. Ovviamente non tutto insieme, ma poco poco per volta. Era stata una sorpresa scoprire come era calda la sua fighina, e come si bagnava, e come si lasciava fare una volta che l'avevo fatta partire a forza di baci e carezze e massaggi e leccatine dei suoi capezzoli. Ormai nelle nostre notti era usuale che lei si lasciasse spogliare completamente e poi consentisse alle mie dita di farle dei lunghi, dolci ditalini cui lei reagiva accompagnando la mia mano con i movimenti del bacino, con un respiro affannoso e con lo sforzo di non urlare per il piacere. Ma...Già, c'era un ma: io dovevo tenere rigorosamente gli slip indossati. Sì, perchè non capitasse per sbaglio che il mio uccello entrasse in contatto con quella deliziosa fighina, calda e vibrante: lei non voleva. “Allora toccamelo”, le dicevo, e lei – se ci penso oggi so che avrei dovuto mollarla subito, ma ero troppo giovane per capirlo – lei mi diceva “Se provo a toccarti mi viene in mente il viso di mia madre che mi rimprovera, e non ce la faccio...”. Insomma, si faceva tirare dei gran ditalini, che le piacevano perchè, suora com'era, di sicuro non si sarebbe mai masturbata da sola, ma io rimanevo sempre insoddisfatto, col cazzo durissimo. E inevitabilmente, pur avendo una ragazza che godeva, e pur potendo dormire insieme a lei, finivo sempre e solo per farmi ...