1. Le ripetizioni di Inglese con Anna


    Data: 18/06/2021, Categorie: Sensazioni Etero Autore: Deckard

    ... “Anna, io e Maura – mia madre – andiamo a fare un po' di spesa, vi lascio qui la merenda, va bene?” “Sì, mamma, grazie!” rispose lei.Tra noi due calò un silenzio intenso, e ci parve che le due sante donne ci mettessero ore a uscire di casa con un bel “Ciao ciao, comportatevi bene!”.Quando la porta si fu chiusa – il nostro silenzio continuava ad avvolgerci, denso – la mia mano decise di non aspettare una mia decisione che forse non sarebbe mai arrivata e, con una lentezza esasperante, si avvicinò al suo seno. Piano, piano, piano... Sentivamo il rumore dei nostri respiri, e non parlavamo. Raggiunsi il suo seno, splendido, florido, e lo sfiorai prima da sotto, sentendo il tessuto del reggiseno, e poi da sopra, dove c'era solo la maglietta leggera a fare da diaframma. Sentivo la sua pelle calda, e il suo respiro che si faceva sempre più pesante. Ora la stavo accarezzando, sentivo il capezzolo che pareva voler bucare la stoffa. Anna aveva gli occhi chiusi. Inesperto e timoroso tirai il tessuto della leggera maglietta bianca, per sollevarlo, e poi la mia mano scivolò sotto la maglietta. Le stavo toccando il seno sotto la maglietta! Lei gemeva piano, avvicinai il viso al suo e iniziai a baciarla.Fu l'inizio di tutto.Anna sembrò svegliarsi, e in un attimo si era sfilata il reggiseno per consentirmi di toccarla, e intanto mi limonava furiosamente. Eravamo ancora seduti uno accanto all'altra, alla scrivania, ma ora sentivo il suo corpo ...
    ... muoversi a onde. Avevo gli occhi chiusi. Li aprii... e vidi che la sua mano era sparita nella tuta, e stava massaggiando vigorosamente la sua passerina. Restai affascinato e immobile. Lei se ne accorse, aprì gli occhi e capì che ero ipnotizzato dalla mano con cui si masturbava. “Fammelo tu...” e, prendendo la mia mano, se la portò nelle mutandine.La sua passerina era bollente e bagnatissima. Lei guidava le mie dita: prima intorno al clitoride, piccolo piccolo, e poi fra le labbra e dentro, su e giù. “Metti un altro dito, così... spingi...”In un attimo eravamo sul suo letto, e in un altro attimo eravamo nudi. “Non sono egoista come lei, fammi toccare il tuo cazzo... mi piace duro così... ti faccio una sega...”.Una sega magistrale: sembrava che non avesse fatto altro nella vita; sapeva dove toccarmi, fino a che punto arrivare, quanto accelerare e quanto rallentare... mentre lei mi faceva la più bella sega della vita io continuavo a sditalinarla, lei godeva e godeva e continuava a dire “Vengo, vengo, ancora, così, toccamela, mi piace...”Non potevo durare. “Sto venendo”, le dissi, e lei “Vieni qui, addosso a me, non sporcare!”.Venni sul suo sontuoso seno, e poi rimanemmo un po' in silenzio, nudi e ansanti, uno accanto all'altra.“Dài, tra poco tornano: rivestiti e io mi lavo. Ma da oggi non ci voglio più rinunciare!”.E fu così. Non solo non rinunciammo, ma imparammo a esplorare insieme i territori del sesso.Ma questa è un'altra storia... 
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