Il B&B nella casa delllo studente - 1: Paola, la 50enne fuori sede
Data: 02/01/2018,
Categorie:
Tradimenti
Autore: maxmacs
Quando ventiduenne stavo all'università a Genova, ho avuto la fortuna di trovare una casa deliziosa, all'ultimo piano di un antico palazzetto nel cuore storico, decadente e fascinoso della città, a un prezzo veramente bassissimo. Soggiorno con angolo cottura, due camere con bagno ognuna e uno splendido terrazzino con piante e un ampio e strategico letto a dondolo, il tutto con vista sui tetti. Avevo deciso quindi di prendere tutta la casa e affittare una camera come BeB per ripagarmi alcune le spese, magari anche fonte di un piccolo reddito e fonte di diverse avventure. Tornai a Genova agli inizi di agosto per prendere possesso della nuova casa e con l'obiettivo di passare Procedura Civile. La sessione degli esami estiva era il momento giusto per riprovarci, una finestra di esami organizzata sopratutto per gli studenti già lavoratori, che in un mese avevano la possibilità di sostenere magari più esami. Il primo giorno mi recai nella mia solita sala studio dove andavo a studiare, in facoltà, c'erano una decina di studenti di cui un gruppo di 5 tra i 40 e i 50 anni, veneti, alle prese con fotocopie, libri, penne. Erano affiatati tra loro e sembrava che prendessero tutto molto seriamente. Però anche cazzeggiando e godendosi con coscienza il momento lontano dalle famiglie e dal lavoro. Mi sedetti al tavolo di fronte a una di loro, una donna sui 50 che aveva un suo fascino, capelli castani legati dietro, una camicia bianca con le maniche arrotolate. Preparava un esame di ...
... sociologia, assorta e impegnatissima nello studio non aveva mai alzato lo sguardo sopra gli occhiali. Presi il mio libro e iniziai a studiare. Buttando l'occhio vedevo che tormentava un matita con queste belle dita lunghe, affusolate, nerboute ma curate, smalto nero sulle unghie, qualche anello, la fede, dei braccialetti. Belle mani. Passò la mattinata e il pomeriggio, in pausa pranzo loro andarono fuori mentre io mi fermai a mangiare in facoltà. Durante tutta la mattinata non mi sentii osservato neppure per sbaglio dalla signora che avevo davanti, indifferenza totale, eppure non ero male, anzi, alto 1.70, atletico ma longilineo e con spalle larghe, un rugbista amatoriale leggero, cioè sono uno che corre. Con gli altri avevo invece scambiato qualche parola, sguardi e sorisetti, sicchè verso le 17 presi l'iniziativa e attaccai discorso in un momento di pausa: "Scusate, ma volevo dirvi che siete un bel gruppetto! Mi chiamo Massimiliano, siete insieme per gli esami?". Sorrisero, ringraziandomi e ci presentammo. Dopo pochi minuti ci spostammo al bar della facoltà, dove ci sedemmo a un tavolino e ordinammo qualcosa da bere. Erano colleghi e lavoravano alla provincia di Padova, avevano l'obettivo di laurearsi per salire di qualche gradino nel loro lavoro. L'impegno che ci mettevano era massimo ma certo si vedeva che per loro era anche l'occasione di passare qualche giorno lontano dalle loro famiglie e respirare un pò di libertà. Quando dissi "ho 22 anni" la signora di fronte esclamò "oh ...