1. Con la zia in maremma – 5 (versione romantica)


    Data: 03/01/2018, Categorie: Tradimenti Autore: IlBaroneRosso

    - Maremma boia! Ho scordato il vino. Livia, fai tu una corsa a prenderlo? Un cartone, l’ho preparato io, è sul tavolo di cucina. E poi, che bischero, l’ho dimenticato là.
    
    E le ha dato le chiavi della macchina.
    
    E mi ha detto:
    
    - Francesco, perché non l’accompagni tu, così Livia ti fa vedere il podere, la vigna e la casa?
    
    - Oh, mi raccomando, comportatevi bene.
    
    Mi voltai per guardarlo, per la cazzata che aveva detto, e lui, approfittando del fatto che sua moglie s’era incamminata verso la macchina e neanche s’era voltata, m’ha guardato in faccia e m’ha strizzato un occhio.
    
    Secondo me l’ha fatto apposta a dimenticarsi il cartone del vino, per mandar via sua moglie e me, e per farsi un altro giro a tre con sua sorella e sua cugina.
    
    E l’occhiolino cosa voleva dire?
    
    Voleva dire state lontani per un’ora almeno, così faccio in tempo a ripassarmele davanti e dietro tutte e due?
    
    Come quando siamo arrivati.
    
    Oppure, voleva dirmi, provaci con lei, prova a vedere se te la dà?
    
    Insomma, mi stava mettendo in braccio e tra le mani quella bella gnocca di sua moglie, pur di tenerla fuori dai piedi, mentre lui si dava da fare con tutte e due, mia mamma e mia zia?
    
    Oppure sperava che con me sua moglie facesse meno la santarellina, che imparasse a fare la sgallettata, così avrebbe potuto portarsela dietro ai festini da porco che frequentava, così mi aveva detto, sempre di straforo dalla moglie, perché lei lo marcava stretto.
    
    - Vieni Francesco, meno male che mi ...
    ... fai compagnia tu – mi stava dicendo Livia.
    
    Il tono era amichevole nei miei confronti e rassegnato, nei confronti del marito.
    
    Mi stava tendendo la mano, come per guidarmi, come se fossi un bambino, ma io la presi subito.
    
    Gliela tenevo ancora, fino a quando siamo arrivati alla macchina.
    
    Anche se era giugno inoltrato e faceva caldo per il sole e l’ora di mezzogiorno, era una mano calda ma asciutta.
    
    Forse la stavo stringendo un po’ troppo quella mano, ma non lo facevo con brutte intenzioni, volevo solo farle capire che, almeno per quei due giorni, le avrei fatto compagnia io, se voleva, in assenza di suo marito, e l’avrei fatto volentieri.
    
    Intanto, mi piaceva, come fisico, alta, magra, forse anche troppo, scura di capelli e con due occhioni azzurri come il mare.
    
    Sembrava una persona seria e sincera.
    
    In macchina, in quei pochi minuti mi ha chiesto cosa facevo, l’università, la ragazza, in che zona di Milano abito e così via.
    
    Ho capito che conosce Milano e le ho chiesto di lei; sono sposati da due anni, lei lavora al Consorzio e aiuta Andrea al podere, un paio di volte all’anno viene a Milano, dai grossisti e qualche enoteca.
    
    - La prossima volta, ti faccio compagnia io.
    
    - Con la tua ragazza, però, è inutile farla ingelosire, mi diceva lei - so bene cosa vuol dire la gelosia, tuo zio mi ha addestrata per bene, da quando sto con lui.
    
    - In campagna, poi, ci sono più occasioni che in città, aveva aggiunto.
    
    Non ti dico, poi, quando la cooperativa, ...
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