1. Relazione virtuale


    Data: 02/07/2021, Categorie: Etero Autore: prassitele

    ... e conoscevo anche delle soluzioni comode di tipo alberghiero, per cui, dopo aver preso un caffè freddo con panna in un bar dei paraggi, lei, con molta titubanza e solo dietro mie insistenti pressioni, mi seguì in un piccolo albergo che io conoscevo lì nei pressi.
    
    Certamente l’uomo della reception non poteva ricordarsi di me, ed io presentai la signora come la mia compagna che, non essendo prevista la fermata in quella città, non si era preoccupata di portare con sé un documento di identità, ma che io ne rispondevo; diedi, di lei, nome, cognome e domicilio falsi, ovviamente, e prendemmo la chiave della camera numero 9.
    
    Non avevamo molto tempo a disposizione, perché lei doveva tornare a casa in tempo per il pranzo, avendo detto che andava in spiaggia. Appena dentro, ci spogliammo in un battibaleno. Mi fermai un momento ad ammirarne le meravigliose forme giunoniche.
    
    “Quanto sei bona”, le dissi, abbracciandola e baciandola appassionatamente.
    
    I nostri corpi aderivano l’uno all’altro. Sansone si era svegliato subito e adesso premeva sul suo basso ventre, sperando di raggiungere l’accesso al tunnel del paradiso.
    
    Ma io volevo stimolare ancora il suo desiderio. Presi tra le mani le sue prosperose tette. Io non sono esperto di misure, penso possano anche essere quarta o quinta misura, ma certamente erano bellissime, sode ed abbondanti: non riuscivo a chiuderle dentro le mie mani, pur grandi, Feci in modo che i suoi lunghi capezzoli (ah, che dolci fragoloni scuri!) ...
    ... finissero tra le mie dita, e li stritolai con delicatezza, strappandole mugolii di piacere, reazioni inconsulte di dondolii e di strusciamenti addosso al mio corpo; la sua fica lacrimava copioso liquido che andava ad irrorare la mia coscia che avevo inserito tra le sue.
    
    Bella, bellissima, in quel momento sentivo solo amore, amore e desiderio.
    
    La distesi dolcemente sul letto, mi piegai su di lei andando a baciare il rosso bocciolo del suo clitoride: un bacio appassionato, con la mia lingua che danzava tra il turgido bottoncino e la valle saporita della sue grandi labbra. Una fica meravigliosa: rosso fuoco, dolce miele, profumo delizioso di rosa. Sarebbero bastate queste tre caratteristiche a farmi sgorgare copiosi getti di sperma, a farmi godere violentemente e profondamente lo svuotamento dei coglioni sul suo corpo giunonico.
    
    Ma seppi trattenermi. D’altra parte non sono più un giovinotto incontinente.
    
    Risalii con la bocca, con la lingua, lungo il suo corpo, lambendole e accarezzandole tutto il ventre e procurandole scosse e brividi di piacere che lei non riusciva a bloccare, a nascondere. Mi soffermai con la lingua sul suo ombelico per diversi secondi, forse qualche minuto, finché non poté più resistere e trasse la mia testa più su, verso le sue grandi e bellissime mammelle. Presi in bocca i suoi capezzoli: prima uno, poi l’altro, alternandoli dentro la mia bocca, succhiandoli tra la lingua ed il palato, graffiandoli dolcemente ogni tanto tra i miei denti.
    
    E lei ...
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