1. L'invidia. cap.1 di 4 (la manovalanza)


    Data: 05/07/2021, Categorie: Etero Autore: Zindo

    ... aveva passato la voce anche agli altri e singolarmente o in compagnia molte erano le sere che andavamo a trovarla, portandole piccoli presenti per cenare insieme e vivere piacevoli dopo cena con lei. Molti altri del paese ci provavano ma a pochi altri lei diceva di sì, perché conosceva le lingue lunghe dei compaesani e la loro mania di vantarsi, per questo preferiva noi ragazzi forestieri o quelle persone del paese veramente riservate.
    
    A Mirella piaceva scopare, non faceva storie, ma aveva il suo “menù” piuttosto rigido: non le interessava se ci fosse qualcuno ad aspettare il suo turno guardando o facendo altro, ma lei si dedicava ad un solo uomo per volta e non ne voleva altri che la infastidisse con baci e carezze; se c'erano altri, li accontentava dopo, uno dopo l'altro, mai insieme. Non faceva sesso all'aperto o in piedi, non concedeva tutte le parti del suo corpo, il suo lato b lo si doveva lasciar perdere altrimenti andava in bestia e mandava a monte tutto.
    
    Agostina invece faceva sempre storie fingendo di essere infastidita quando si incominciava a stuzzicarla e fingendo di averlo fatto per costrizione quando si finiva, ma invece era una vera, grande, fantastica, adorabile troia che andava e mandava in visibilio quando faceva all'amore con più uomini contemporaneamente. In teoria lei diceva un iniziale “no, questo no” a tutto, ma poi- sia pure chiedendo “Ma che mi fate fare? Maialoni!”- si lasciava scopare da tutte le parti e da più uomini ...
    ... contemporaneamente.
    
    Quel giorno infatti, mentre fuori imperversava il temporale, Andrea si scopava tranquillamente la Mirella e Denuc fingeva di aspettare che Andrea finisse, per scopare (diceva) anche lui la Mirella, io e Fabio venimmo svuotati per bene da Agostina che come impazzita passava da una posizione all'altra per prendere i nostri cazzi in ogni orifizio possibile. Si comportava da insaziabile succhiando con la bocca, sedendosi a spegnimoccolo su uno di noi, piegandosi poi come a voler essere penetrata sia davanti che da dietro. In quella fase avevo fatto cenno a Denuc di aggregarsi pure lui. Nel suo italiano molto approssimativo disse che aspettava Mirella, che finisse con Andrea, ma timidamente si era avvicinato a noi, toccandosi, anzi menandosi l'uccello con una mano e con l'altra accarezzando timidamente i corpi, in particolare le mie spalle e le cosce di Fabio.
    
    Quando Andrea ebbe soddisfatto se stesso e Mirella, Denuc aveva già eiaculato menandosi da solo e non prese il suo posto. Io Fabio e Mirella invece ce la spassammo ancora per un bel poco, fregandocene di chi aveva già finito e di chi neanche aveva iniziato.
    
    Più tardi, senza fretta ci rivestimmo e siccome la pioggia, anche se rallentata, cadeva ancora, con il furgone guidato da Fabio lasciammo il podere per riaccompagnare le due donne alle rispettive case e poi tornarcene alla villa.
    
    Già, noi salariati fissi vivevamo nella villa del dottor Zema che molti chiamavano “il padrone” perché effettivamente era il ...