1. Confessioni di una mente perversa. -4a parte


    Data: 28/07/2021, Categorie: Etero Autore: sexitraumer

    ... presente, ma la prego, mi dica: quant’è il prezzo della corsa?”
    
    E quell’uomo con una voce paterna, tranquillizzante, mi disse:
    
    “Niente. Il tragitto è stato breve, sono stanco, al punto che mi sono dimenticato il tassametro in stand-by dopo che era sceso il dottore: non l’avevo avviato proprio; segna zero, vedi che scherzi che ci fa l’età! Devo decidermi ad andarci in pensione…”
    
    “Il dottore ha scherzato! Le ha rifilato un rettangolo di carta bianco! La prego, mi dica quanto le devo! Il tempo di andare al bancomat…”
    
    “Tua madre, me la saluti quando la vedi, mi aveva detto che la banca aveva ancora la pratica in mano. Il tesserino bancomat lo aveva chiesto, ma non le avevano ancora risposto…qui comunque non mi devi niente! Legalmente niente! Guarda Leda, su!”
    
    Guardai quel tassametro, e infatti c’erano solo zeri…una successione di zeri…
    
    “Ma non c’è un minimo? Quanto, su…in tanti anni non ha mai voluto essere pagato, ma almeno una volta, dai…”
    
    “Signorina Bonelli la giornata è finita, e me ne voglio andare a casa! Davvero signorina! Scendi pure…per il prezzo sarà per un’altra volta, regolo con tua madre quando la vedo, e intanto me la saluti; stai tranquilla Leda…”
    
    “L’ha voluto lei gentile amico, la saluto.”
    
    “…a presto cara amica…!”
    
    L’ultima frase mi sembrava un tantino ironica, ma non vi diedi peso. Scesi dal taxi, poi mentre mi chiedevo perché avessi trovato proprio lui, una persona di famiglia mi stava aspettando ad uno degli ingressi fuori dalla ...
    ... struttura ospedaliera:
    
    Zia Adriana! Sempre bellissima con quella chioma bionda, alta, ben fatta, occhi verdi chiari; seduceva maschi a mitraglia, ma loro malgrado, li informava quasi subito che era lesbica; …e di quelle toste! Mi venne incontro sorridendo, e la raggiunsi finalmente felice di rivederla. La abbracciai, poi la guardai un paio di secondi: era rimasta come la ricordavo. Non era praticamente invecchiata.
    
    “Leda, sei arrivata finalmente; facciamo due passi prima, ti va?”
    
    “Certo zia! Certo che mi va…come sono contenta di vederti! Dopo tutto questo tempo!”
    
    “Certo Leda, certo…dopo tutto questo tempo…solo che adesso non ha granché importanza…”
    
    “Cosa…cosa non ha importanza zia?”
    
    “Il tempo, Leda, il tempo…vieni, va…ti va di fare una passeggiata assieme?”
    
    “E me lo domandi? Certo anche se non so come…”
    
    “Come che?”
    
    “Come sia possibile, zia…”
    
    “Allora cominci a capire Leda, spero…”
    
    Camminammo insieme dentro il policlinico. Nessuno faceva caso a noi mentre conversavamo per i corridoi. Camminando incontrai di nuovo il dottore, stavolta col camice bianco, ma come feci per salutare il dottor Maniglia con cui mi ero lasciata poco prima, che stava conversando con un collega, mi guardò di nuovo con compatimento, e muovendo gli occhi con disapprovazione, come se non gradisse di avermi fra le sue conoscenze, e andò avanti ignorandomi ostentatamente…eppure era stato così garbato in automobile; mentre adesso era seccato che avessi cercato di salutarlo! Ma che ...
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