Confessioni di una mente perversa. -4a parte
Data: 28/07/2021,
Categorie:
Etero
Autore: sexitraumer
... ricompormi, ma quello specchio non rifletteva che …un bel niente! Riprovai a lavarlo con l’acqua del rubinetto, e la mia mano, ma lo specchio, benché sempre uno specchio guardandolo, restava opaco alla mia immagine: angosciante sensazione…provai a rispecchiarmi di nuovo chiudendo gli occhi e riaprendoli: niente. Mi lavai gli occhi con l’acqua, e me li asciugai alla meglio. Riprovai, e ancora niente! Che brutto bagno! Pulito, brutto, e angosciante… uscii rapidamente di corsa per ricongiungermi con zia Adriana, che mi aspettava fuori leggendo un giornale gratuito abbandonato sulle sedie d’attesa…ero ansiosa di parlare con lei.
“Zia, in quel bagno c’è una brutta atmosfera! Uno specchio pulito, ma che non riflette niente…”
“Riflette, riflette…cara Leda…riflette gli oggetti intorno. Che altro dovrebbe riflettere?”
“A me non era possibile guardarmi allo specchio. Non venivo proprio riflessa, come se non ci fossi…anche stamattina presto provai a specchiarmi ad una pozzanghera vicino la fontana, e nemmeno l’acqua della pozzanghera mi stava riflettendo…pensai che era sporca, ma sembra proprio una congiura!”
“Leda, mi hanno incaricato di restare con te finché non capirai…ma tu, non ricordi proprio niente?”
“Ma…non…io…”
“Il taxista, ho visto che gli sorridevi come se lo conoscessi da tempo, chi era?”
“Il buon signor Fabio, il taxista Fabio Rubini, di quando ero piccola…sempre pronto a offrire un passaggio a me e mamma…il suo taxi era una Fiat Tipo, Alessandria ...
... 23…ora che mi fai ricordare…”
“Sono qui per farti ricordare, dato che il medico di famiglia non c’è riuscito…”
“Maniglia non so proprio cosa gli ho fatto…”
“Parliamo del signor Fabio: una volta ti sei lamentata con me che mamma tua, mia sorella, non ti aveva fatto andare ad una festa…”
“Sì, faceva parte dei doveri di… una cosa, ma...”
“Mia sorella, mamma tua, ti portò al suo funerale, ricordi?”
“Io…già! La mamma volle assolutamente che la accompagnassi in chiesa, e fino al cimitero. Quella sera non potei uscire…sì, ora ricordo! Faceva parte dei doveri del lutto.”
“Mentre arrivavi sei mica passata da qualche parte?”
“Beh il taxi ha fatto il viale dove c’è stato un incidente stamattina: un motorino identico a quello del mio ragazzo…con la targa bianca, non si leggeva niente, sai…insomma credo che sia finito contro il muro di lato, prima della svolta. Non sapevo di chi si trattasse, ma c’era un carabiniere che non voleva lasciarmi andare…io non stavo guardando…insomma sono andata di corsa a scuola con la giacca strappata! Mi dovevo vedere col mio fidanzato, Fede! Mi ero lavata ad una fontana, non volevo che Fede mi vedesse così…”
“La via del liceo dove lavoravi, vero? La facevo anch’io tempo fa con la mia 600, e una fontana non l’ha mai avuta, Leda, credimi.”
“C’era una fontana che buttava acqua pulita; mi sono lavata lì, ti dico…”
Anche zia Adriana mi sorrideva con compatimento – ma allora era una congiura! - e mi chiese:
“Ma tu…non ricordi con ...