1. Confessioni di una mente perversa. -4a parte


    Data: 28/07/2021, Categorie: Etero Autore: sexitraumer, Fonte: Annunci69

    ... passando, ma era già occupato. Per cui pensai – facciamocela a piedi! - E invece- altra stranezza: il taxista si fermò, e tornò indietro con la macchina fermandosi accanto a me: si aprì uno sportello dietro, e una voce familiarissima mi disse:
    
    “Ehi Leda! Finalmente ti troviamo! Entra, accomodati, dai!”
    
    Era il mio medico di famiglia: il dottor Maniglia, un uomo ormai anziano, prossimo alla pensione, ma usava dire che ci sarebbe andato quando avesse esaurito i pazienti più vecchi di lui; per quel che ne sapevo era ancora in servizio. Entrai, e mi sedetti dietro insieme a lui.
    
    “Ti ho cercato tutto il giorno; dove sei stata?”
    
    “Qui a liceo; avevo un appuntamento. Come va dottore?”
    
    “Questo di solito lo chiedo io, sai. Comunque, scherzi a parte, senti, mi ha telefonato Antongiulio, e ho pensato che forse eri ancora qui.”
    
    “Sì, ho passato la giornata a scuola…non ad insegnare però! ...oggi non ero nemmeno di turno.”
    
    “E a fare che? Se è lecito, sempre…”
    
    “Io…beh avevo un consiglio con i colleghi, ma mi hanno per lo più ignorata! E dire che ho fatto di tutto per essere puntuale! Avessi saputo, sarei rimasta di più con…”
    
    “…con ? ...”
    
    “…mhmm..io…”
    
    Il dottor Maniglia, compreso il mio imbarazzo, si rivolse verso il taxista che guardava solo la strada, in attesa di ripartire verso la destinazione iniziale, immaginavo.
    
    “Senta, per cortesia, potrebbe farsi una passeggiata fino all’edicola? Vorrei parlare da solo con la mia paziente. Qui c’è un extra per ...
    ... lei, e mi raccomando: lasci il tassametro acceso. Pago io…ben inteso!”
    
    Il dottor Maniglia mise dieci euro in mano al conducente, che non stavo neanche troppo osservando, e che naturalmente le prese senza voltarsi, portandosele in tasca ai pantaloni senza nemmeno guardarle.
    
    “Dottore, ma che…?”
    
    “Va bene. Vorrà dire che metto le quattro frecce, e vado a comprare il giornale…non metteteci molto, però! Io non correrò, ma non mi piace lasciare la macchina ad estranei…”
    
    “Tranquillo…tanto questa oggi non gliela ruba nessuno…”
    
    Il taxista ci lasciò soli in macchina, con il quadro acceso, le quattro frecce, e si diresse meno di cento metri avanti a noi…
    
    “Allora Leda, sarò franco: dei vicini hanno parlato con Antongiulio, e gli hanno detto che fumi in ascensore, e la cosa non è gradita; per ora hanno ne hanno solo parlato con lui. Non ce l’hanno con te…solo che qui a scuola ho parlato io oggi con due persone: uno era il preside, il professor De Altis, l’altra era una tua amica di nome Marta…mi hanno detto che da qualche tempo non sembri molto presente, e nei giorni scorsi i tuoi studenti ti hanno visto fumare spinelli con strafottenza durante le pause pranzo. Parlavi anche da sola. Il medico scolastico, allertato dal preside, dopo aver esaminato le cicche di sigaretta rollata a cartine che buttavi a terra, ha trovato tracce di hashish…io non ti giudico, ma non va bene; né per la tua salute, né per la tua dignità d’insegnante…hai idea di come ti vedano gli studenti, ...
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