Il destino è già scritto
Data: 02/08/2021,
Categorie:
Etero
Autore: SexCulture, Fonte: Annunci69
La pioggia batte persistente sui vetri e in special modo caparbia sul tetto dell’autovettura dinanzi al lampione, mentre al di là del finestrino l’acqua sembra lasciare e prodigare segni indelebili, che rigano la luce giallastra in quella strada deserta ai bordi di quel grande capannone. La pozzanghera per l’occasione, colpita inevitabilmente in pieno dall’automobile ha bagnato irrimediabilmente qualche aggeggio elettronico collocato in una posizione vulnerabile, per il fatto che la vettura dopo alcuni sussulti sventuratamente si spegne. Il grande senso d’impotenza e d’imponente incapacità avanza, man mano che scivolano via i minuti e le ore, dato che sono pressoché interminabili, perché il telefono lasciato a casa adesso avrebbe potuto risolvere facilmente la situazione, tuttavia non resta che l’attesa. Passa un’auto lentamente, in maniera inflessibile distinguo un volto, mi guarda e procede avanti.
Io avevo desiderato intensamente che arrivasse qualcuno ad aiutarmi, ma pian piano che i fanali s’avvicinano inizio gradualmente ad aver paura, perché può passare chiunque, perfino qualche malintenzionato. Dopo alcuni minuti l’autovettura ripassa nuovamente, è lo stesso volto con il medesimo sguardo, io riprovo a mettere in moto ancora una volta, però niente da fare. La pioggia diminuisce, decido che sarebbe meglio uscire e iniziare a incamminarmi, giacché pochi chilometri prima avevo intravisto una casa dove qualcuno forse avrebbe potuto aiutarmi. Con l’impermeabile addosso ...
... m’avvio dopo aver chiuso l’auto agguantando i miei oggetti personali, i lampioni si susseguono ogni cinquanta metri all’incirca e attualmente mi sento maggiormente fiduciosa, sicura e tranquilla.
Di nuovo capto il rumore di un’autovettura che s’affianca, tenuto conto la luminosità dei fanali irraggia la corsia contrapposta della strada, giacché scorgo spiccatamente distinguendo che quei fanali sono difformi dal veicolo transitato in precedenza. Non so perché, eppure mi faccio vedere, dato che la corsa dell’automobile termina un po’ più avanti, alla fine ingrana la retromarcia e accosta. Il finestrino s’abbassa alla svelta, io chiedo d’ottenere un passaggio sino a un centro abitato, il signore annuisce e senza parlare fa scattare il comando della portiera, spiegandogli che l’autovettura ha avuto dei seri problemi e che non avendo il telefono non avevo cognizione di come uscirne fuori, frattanto mi giro verso l’autista e il suo sguardo incrocia rapidamente il mio. La sua improvvisa risata risuona nell’abitacolo, io accenno a una smorfia con un debole sorriso, poi mi giro e guardo la strada:
“Non preoccuparti tutto si risolverà, meno che la morte”.
Io deglutisco in silenzio a quelle cupe, inaspettate e oscure parole pronunciate in quel frangente.
“A quest’ora dovresti essere a casa per cucinare, non in giro”.
Io vorrei rispondergli malamente e sgarbatamente, però rimango garbatamente silenziosa, tenuto conto che per la circostanza mi conviene. L’autovettura svolta ...