Il destino è già scritto
Data: 02/08/2021,
Categorie:
Etero
Autore: SexCulture, Fonte: Annunci69
... in una stradina sterrata, non faccio in tempo a dire nulla che lui m’anticipa proferendo:
“Non preoccuparti, andiamo a casa mia e da lì telefoniamo per il carro attrezzi”.
Dopo qualche interminabile minuto i fari illuminano una casa colonica, due grossi cani ci vengono incontro, ci fermiamo e i fari si spengono. Lui scende, però io attendo siccome i due cani sono davanti al mio sportello:
“Non preoccuparti, sono un po’ burberi, però abbastanza affettuosi”.
Io scendo, una delle due belve m’annusa ininterrottamente, infila il naso umido sin sotto la gonna, alla fine dopo un cenno del padrone s’allontana. Al buio m’incammino lentamente verso la casa, sull’uscio prima d’entrare guardo dentro prima destra e poi a sinistra, l’arredamento è spartano, l’uomo accende lo stereo, alza la cornetta del telefono e m’invita a sedere. Parla con un suo amico meccanico e usa il segnale di “viva voce”, in modo tale che io possa udire, dal momento che purtroppo non potrà venire prima di domattina:
“Lui è l’unico che possiamo contattare in questa zona. In alternativa t’accompagno io a casa, altrimenti rimani a dormire da me, poi domani risolviamo tutto”.
“La mia casa è a duecentocinquanta chilometri di distanza” - ribatto, ma penso che seppur non m’aspetti nessuno, dormire lì non è una brillante idea.
Io non faccio in tempo a esprimermi che lui m’invita a vedere una camera vuota, con solamente una rete e un materasso con alcune macchie d’umidità alle pareti:
“Questa per ...
... stanotte sarà la tua stanza, adesso ti porterò le coperte”.
Mentre mi guardo attorno confusa, pensierosa e spaesata lui entra, appoggia le lenzuola e la coperta sul letto, poi senza dire una parola esce dalla stanza richiudendosi dietro la porta. Io mi metto seduta sul letto, sono indecisa se rimanere o scappare, m’alzo, vado verso la porta per chiuderla, però non c’è la chiave nella serratura. Nel frattempo m’appoggio alla porta, visto che un sommesso singhiozzare mi esce dalle labbra, infine mi spoglio e m’infilo tra le lenzuola cercando un rifugio per la mia angoscia cercando di placare l’inquietudine, perché medito che questa notte non dormirò. Un rumore alla porta mi desta, una mano mi tocca la spalla e mi scuote, io vorrei gridare, però m’accorgo in tempo che fuori c’è la luce, visto che il sole è sorto, dal momento che ho dormito profondamente per svariate ore senz’accorgermene:
“Sveglia bellezza, è ora che t’alzi, se vuoi la colazione è già pronta” - detto questo esce dalla stanza. Io rimango incredula che nulla mi è accaduto, m’alzo e vado in bagno con gli occhi ancora chiusi, dato che non m’accorgo che sono in mutande:
“Il meccanico ha già ritirato la tua automobile, ci farà sapere al più presto che tipo di problema ha riscontrato”.
In fondo non ho nessun impegno imminente e annuisco alla notizia silenziosamente, il caffè bollente che ha preparato fuma sopra una tavola riccamente rifinita con le tazze e con quella tovaglia lavorata a mano, mentre sono ...