1. La vera storia di Caino e Abele.


    Data: 02/08/2021, Categorie: interviste, Autore: Tibet

    ... deforme. Lui sano? Io sempre pieno di acciacchi. Lui che si dilettava in sacrifici verso nostro padre e io che lavoravo fino all’arrivo del buio. Curare e mungere le bestie. Seminare, sarchiare e alla maturazione mietere il raccolto. Assistere i parti delle fattrici e portargli subito gli appena nati da sacrificare. E poi… cucinare e pulire…- Io osservavo preoccupato la bottiglia, il livello calava rapidamente, chissà se il vecchio aveva ancora soldi? Sembrava che mi leggesse il pensiero. Levò una altra banconota e mi disse di portare una altra bottiglia. Mi intascai il resto. Ora mi aveva conquistato e potevo ascoltarlo fino a crollare sotto il tavolo. -E poi…?- -Poi…? Stranamente le cose non andavano come aveva previsto. Dio… intendo. Mi ero adattato e volevo bene ad Abele, in fin dei conti eravamo gli unici al mondo. Così ritenne di aumentare la dose, promuovere la mia invidia e il mio rancore. E questo fino a causare il delitto. Gli diede moglie.- -Moglie?…- -Si… mi chiamò e me lo disse. Mi disse… ho deciso di dare moglie ad Abele così lui possa perpetuare la specie. E io? Dissi… Tu…? Rispose… tu sei inutile… morirai e nessuno si ricorderà di te… mentiva sapendo di mentire, mi avrebbero invece ricordato in eterno, proprio come lui voleva.- -Continua…- -Lei era bellissima. Quanto Abele. Lui biondo come il sole e lei bruna come la notte. I capelli soffici e lucenti le arrivavano alle reni, sai? Il suo seno? Quanto di più perfetto possa esistere, due globi di soda carne che ...
    ... mentre camminava sobbalzavano leggeri. E il muoversi del suo sedere? Io a volte la seguivo proprio per poterne ammirare il movimento. Le sue natiche? Se è possibile coniugare opulenza e eleganza… beh… lei ne era l’esempio. Poi… iniziò il tormento…- -Tormento?- -Si… sentivo le loro risa, mentre io ero relegato a vivere nella stalla. Erano felici e io ero disperato. Sentivo anche i rumori delle loro effusioni amorose, gemiti e sospiri… urla di piacere neanche trattenute. Una sera tentato… mi avvicinai silenzioso e li guardai mentre facevano l’amore. Erano bellissimi. Lei stava sopra di lui… a cavalcioni e si alzava e si abbassava, il suo seno si muoveva sincrono, la visione era eccitante e iniziai a masturbarmi. Partecipai nascostamente così al loro piacere. E versai il mio seme sulla nuda terra mentre Abele fecondava sua moglie. Io mi sarei accontentato di questo, di questo piacere di riflesso, rubato. Ma fui subito punito…- Bevevo più lentamente ora, il suo racconto mi prendeva, fece una pausa e ricominciò. -Appena rientrai nella stalla lui… dio, mio padre… mi comparve e mi rimproverò duramente, mi chiamò depravato e mi proibì assolutamente di fare ancora cose simili, se avessi ancora cercato di eiaculare il mio seme così avrei provato dolori inimmaginabili. Ed era contrariato… molto arrabbiato. Evidentemente le cose non andavano come lui desiderava.- -E quindi…?- -Quindi? Nulla… sentivo le loro voci e il loro giocare, ero eccitato ma non osavo masturbarmi. Tutta la tensione ...