La vera storia di Caino e Abele.
Data: 02/08/2021,
Categorie:
interviste,
Autore: Tibet
... mi restava dentro, lavorava nel cervello e mi trovavo stremato. Sempre stanchissimo… e poi la situazione cambiò ancora…- -Come…?- -A poco a poco le cose cambiarono fra loro, fra Abele e la moglie dico, le notti non erano più così concitate. Abele stesso era poco interessato alla moglie e si dedicava completamente ai sacrifici al padre. E lei… la moglie… bellissima… seducente, mise lo sguardo su di me. Dopo… dopo che accade, capii che era una ulteriore mossa per coinvolgermi, ma… lì… al momento vedere questa donna interessarsi a me, mi sembrò una cosa bellissima senza paragone alcuno. Si mostrava sai? Senza farlo apparire come voluto mi provocava in ogni maniera. Mentre ero alla sua presenza si chinava in avanti e così facendo mi mostrava parte di se. Il paradiso assoluto aveva fra le gambe. Io… inizialmente nascondevo la mia eccitazione, mi giravo e le davo la schiena. Ma presto con i suoi sguardi di approvazione mi fece capire che gradiva la vista. E così ostentai. Mi misi in mostra. Una grossa e dura verga avevo. Dura e nodosa. A differenza di quella di Abele, bellissima ma delicata, la mia era quella di un animale. E sempre dura. Spesso ora lei mi si appoggiava… poneva il suo seno contro la mia schiena oppure i suoi glutei contro il mio ventre e poi mi guardava interrogativa. Si… mancava solo l’occasione ormai. Mi diceva cose strane… che il marito Abele ormai non la soddisfaceva più, che le serviva un vero uomo, un uomo capace di piegarla e soddisfarla fino a saziarla ...
... completamente. E un giorno…- Si fermò e riempì i nostri bicchieri, mi ero scordato di riempirli io stesso preso dal suo racconto. -E un giorno? Che successe…?- -Abele quel giorno andava a compiere un sacrificio su di una montagna, glielo aveva richiesto espressamente il padre nostro di andarci, tra l’andare e il ritornare era un giorno intero che gli serviva, la mattina lo aiutai a preparare il necessario, un agnellino per il sacrificio, ricotta e semi di sesamo per lui. Lo guardai partire e dentro me una grande eccitazione mi prese, sapevo cosa sarebbe successo. Lei apparve sull’entrata, i suoi occhi erano diversi, la luce che li illuminava era di una passione senza limiti. I suoi capezzoli erano irti come spine di rovo e il seno saldo come la roccia. La sua voce mi disse… -vieni Caino… vieni sul suo giaciglio. Vieni…- Sentii il bisogno di bere… iniziai a vedere la concertazione di tutto. -Mi prese per mano e mi condusse dentro, si inginocchiò sul giaciglio e mi toccò, la sua mano era ferma e nello stesso tempo delicata. La sua voce era il canto di mille sirene, impossibile per me resistere e non era questo che volevo. Volevo lei… la donna meravigliosa di mio fratello, prenderla, possederla, fecondarla con il mio seme considerato inutile. Fui presto fra le sue cosce e mi si aperse la porta della vera felicità. Quando entrai in lei? Che sensazione di assoluto piacere! La mia verga scorreva lungo le sue pareti interne roride di miele, miele intenso e profumato. La mia bocca veniva ...