1. Secrezioni: "Riflessioni a margine"


    Data: 04/08/2021, Categorie: Tradimenti Autore: renart, Fonte: EroticiRacconti

    Mi sveglio in un bagno di sudore. La luce che filtra dagli interstizi della persiana sono lame infuocate che falciano pulviscoli di polvere danzanti prima di affettarmi il ventre in strisce diafane e cocenti. Sbircio l’orario sulla radiosveglia, grugnisco qualcosa che non capisco nemmeno io e mi tiro su. I giorni scorrono placidi e pigri, come gatti spaparanzati al sole, e, per dirla tutta, la mancanza di lavoro non mi angustia di striscio, per quanto invece se ne danni Veronica. Non scorgo le ciabatte al lato del letto alla mia sinistra, quindi a piedi nudi mi dirigo verso il bagno. L’erezione mattutina rende la prassi della minzione molto complicata e contorta. Divarico le gambe e spingo in giù l’attrezzo rigido, mirando la pozzetta in fondo al cesso, reggendomi alle piastrelle con la mano libera. Il risultato sono soltanto un paio di dolorosissime gocce di urina che zampillano nell’acqua come novalgina sul fondo di un bicchiere. Alla fine mi tocca cedere alla posizione più comoda e meno virile, per cui mi acquatto sulla tazza e svuoto finalmente la vescica. Tiro lo sciacquone e mi lavo le mani. Esco lentamente dal cesso, biascicando i piedi, desiderando solo una cuccuma formato famiglia di caffè. La vedo da sopra le scale, china sul tavolo, cordless stretto in una mano, nell’altra uno spinello, i gomiti piantati sul ripiano in formica, così che il culo viene su in bella mostra. Indossa un corto vestitino di jeans che le lascia scoperte le spalle e gran parte delle gambe. ...
    ... Mi compiaccio della mise, visto che gliel’ho regalato io quel vestitino – certo, quando potevo permettermelo, ma lasciamo stare. Le gambe sono molto abbronzate, le cosce belle tornite, e scorgo finanche la curva morbida di una natica quando se la gratta con le unghie smaltate del medio e dell’anulare . Il cazzo si leva su immediatamente e si porta dietro tutto il resto. Scendo le scale piano, senza far rumore. Sono trascorsi quasi due giorni dall’ultima volta che l’ho vista e avrei un bel po’ di curiosità da soddisfare - tipo dove e con chi cazzo sia stata tutto questo tempo, perché non abbia risposto a telefono e come abbia fatto a non porsi lo scrupolo almeno di avvertirmi che non sarebbe rientrata, tutte domande che già so rimarranno inevase, altrimenti sarebbe finita che il mondo sia veronicocentrico -, tuttavia, prima ancor della gelosia che scalpita e soffia per uno sfogo, è il cazzo ad urlare la propria disperata voglia e il desiderio di quel corpo di donna che sembra essere l’estensione stessa della sua estremità, il suo naturale fodero, l’urna ideale per la sua feconda essenza. “Da quando poi è disoccupato, ti dico, non ho più pace”, si lamenta pur tenendo un tono di voce piuttosto basso. “Ti ripeto che è un continuo scopare, senza sosta. Giustamente non ha niente da fare tutto il giorno, e quell’affare, che gli prenda un accidenti!, è sempre in fregola. Non ne posso più!”, sbotta stropicciando il filtro bruciacchiato nel posacenere. Nella pausa che segue, mi immagino ...
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