La punizione
Data: 07/08/2021,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Micina, Fonte: EroticiRacconti
... fantasie notturne si calmarono. Il ricordo di quella notte svanì lentamente, o per lo meno fu accantonato in un posticino del cervello dal quale non poteva tormentarmi. Mi capitò ancora, sotto la doccia, di percepire le sue mani calde sul mio corpo e le gocce d’acqua sulle labbra ricordami i suoi baci. “Sparirà! Sparirà anche questa sensazione“ pensai. LA RIBELLIONE Sono le 18.50, ormai la giornata è finita. Mi metto a chiacchierare con la mia collega Sara e riordino un poco la scrivania. Suona il citofono “Ma porc…”. Ci guardiamo con sguardo complice, della serie “Chiunque sia, se si dilunga, una delle due salva l’altra” (adoro la complicità sul lavoro). La porta si apre e Lui compare. Sprofondo. La biro che ho tra le mani scivola sulla scrivania e le guance si infiammano. Non può essere. Era già passato in settimana e io, vedendo l’appuntamento fissato, quella mattina andai volutamente a fare commissioni che di solito competono a Sara. Non può essere. “Ciao” deglutisco “Avevi un appuntamento?”. Fingo indifferenza e professionalità, ma ho voce e gambe che tremano. “No” e si accomoda su una delle poltroncine all’ingresso. Mi giro verso Sara con sguardo interrogativo, lei fa spallucce. Mi metto a sfogliare i primi fogli che mi vengono alle mani fingendo interesse, ma in realtà cerco di capire come uscire da questa situazione imbarazzante. Ho paura senta il rumore del mio cuore. Vorrei chiedergli cosa vuole, chi aspetta, ma non ce la faccio, sono bloccata! Con fatica, molta, ...
... mi alzo e camminando lentamente vado in bagno e chiudo la porta a chiave. Mi ci sono voluti giorni, settimane, per riprendermi, ora non può arrivare così e far crollare in un secondo i miei equilibri. L’ansia si mischia al senso di nausea. Inizio a saltellare e a scrollare le braccia cercando di scaricare la tensione. Che faccio? Espirando l’aria dalla bocca come se dovessi partorire. Faccio questo, per circa due minuti. Non può e non lo farà. Spalle in fuori, pancia in dentro e tanto coraggio. Esco dal bagno e vado diretta e decisa verso Sara ”Ci pensi tu?” e senza aspettare risposta infilo la giacca, afferro la borsetta e mi avvio, con passo spedito, verso l’uscita. Passo davanti alla sala d’attesa cercando di non guardarlo, la porta è davanti a me. MI sento vittoriosa ed immagino la sua espressione quando mi vedrà sparire con indifferenza. Una mano afferra la maniglia e apre la porta, lui è lì e mi fa segno di uscire dandomi galantemente la precedenza. La sensazione di gloria svanisce in un secondo. Mi blocco, lo osservo per un secondo, poi mi fiondo fuori dall’ufficio dirigendomi dritta verso l’ascensore e premendo il pulsante di chiamata. Aspetto, aspetto, aspetto. Percepisco il suo profumo e il suo calore, nonostante sia alle mie spalle e non ci sia contatto. La porta si apre, salgo e lui anche. Pigio il tasto e mi appoggio alla parete della pulsantiera. Tengo lo sguardo fisso sul pavimento, ma la punta delle sue scarpe mi basta per riempire la testa d’immagini trascorse ...