1. La punizione


    Data: 07/08/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Micina, Fonte: EroticiRacconti

    ... e di posti uditi. Un passo si muove verso di me, un braccio si tende in avanti e un dito spinge su un tasto, l’ascensore si ferma, il mio cuore anche. Alzo lo sguardo e subito incontro il suo, è severo. Si avvicina, la sua mano mi avvolge la gola, ho paura, non respiro. Mi bacia. In un secondo tutto si oscura, tengo gli occhi chiusi e mi nutro di quella bocca e di quel petto che mi comprime. La voglia di ribellione svanisce travolta dal suo odore inebriante. La mano scivola lentamente dalla gola al seno, lo afferra, lo avvolge. Gemo. I bottoni della camicetta si schiantano contro le pareti di acciaio dell’ascensore, la coppa del reggiseno si abbassa. Pelle a pelle. I suoi denti mordono le mie labbra, il collo, il capezzolo. Sussulto e lancio un piccolo grido. Riprende a baciarmi quasi per zittirmi e le mani si spostano sulle mie natiche, mi stringe e mi attrae a sé, sento la sua enorme eccitazione. E ancora quelle mani che ora si muovono sotto la gonna, tra la fessura dei glutei e il mio sesso. Spingono contro i collant, sfregano, forzano, spostano le mutandine. Sono eccitata e bagnata. D’un tratto il rumore delle calze strappate, proprio in mezzo alle cosce. Cerco di ribellarmi e lamentarmi tra la sua lingua e di risposta ricevo le sue dita che si insinuano in me facendomi perdere ogni controllo. Mi aggrappo alle sue spalle, quasi perdiamo l’equilibrio e finiamo sulla parete opposta. Lui appoggiato e io avvinghiata a lui. La sua bocca dentro la mia riempie la testa di ...
    ... colori. La stretta delle sue braccia, che mi avvolge, mi fa impazzire. Le sue mani sul culo mi fanno eccitare. Il movimento delle sue dita nella mia fica, che quasi mi sollevano, mi fa godere. “Ti prego” “Cosa?” “Oh sì..ti prego” il mio corpo segue il ritmo dei suoi movimenti, sto per esplodere! Le dita scivolano via. Sono ancora ansimante, lo guardo cercando spiegazioni. Non dice nulla, mi stacca da sé, chiude la cerniera della giacca, lasciano sotto di essa i seni nudi, mi sistema la gonna e pigia il tasto dell’ascensore. Ho voglia di insultarlo, di picchiarlo, mi sento di nuovo scossa ed umiliata, ma decido di non reagire. Andrò dritta verso la mia auto e addio! Facciamo il tratto che porta ai parcheggi assieme, senza parlare, cerco di accelerare o rallentare, ma lui rimane sempre affianco a me. Quando arriviamo alle auto, intravedo la mia e mi metto a frugare nella borsetta per trovare le chiavi, mi sento tirare per un braccio. Lo guardo. Apre la portiera della sua berlina e mi fa segno di salire. Salgo. Io sono seria, lui ancora di più, nessuno parla e non capisco dove stiamo andando. L’istinto mi dice di aprire quella portiera e di lanciarmi giù dall’auto. Non lo faccio. Dopo circa dieci minuti parcheggia. Scende e mi viene ad aprire. Scendo anch’io, mi porge il braccio, mi ci attacco. Facciamo una breve passeggiata a braccetto come due fidanzatini. D’istinto con l’altra mano cerco di tirare giù la gonna, l’aria fresca stuzzica la mia carne tra i collant strappati e i ...
«1234...»