Il ragazzo dagli occhi di ghiaccio
Data: 10/08/2021,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: AndrewKyleGay, Fonte: xHamster
... posto dove si poteva solo studiare e accrescere la cultura: spesso uscivo dalla biblioteca con i lividi. Era un posto pieno di libri di ogni genere ed era diviso in varie sezioni ma noi bambini avevamo il libero accesso solo ad alcune, mentre le sezioni “ proibite” erano protette da un piccolo cancelletto in ferro chiuso a chiave, come se dietro quella porta vi fosse nascosto qualcosa che non doveva essere scoperto: c’erano solo delle scritte che le identificavano, come “ Corrispondenza” o “ Archivio” .Era molto raro che un bambino finiva i compiti prima che il sole tramontasse e l’unica luce che potevamo scorgere, solo dalla finestra e furtivamente era quella della luna. Era la mia unica e vera amica: l’unica con cui riuscivo a parlare e confidarmi. Spesso lei era lì ad ascoltarmi e anche se alcune volte andava via per qualche giorno e non si faceva vedere, tornava subito dopo con le risposte che io chiedevo. Per andare a giocare fuori nel giardino occorreva che tutti i compiti fossero stati portati a termini in modo corretto e che le maestre avessero la pietà di farti uscire fuori : spesso le supplicavi di portarti fuori ma loro, con aria superba, facevano finta di non ascoltarti e se ti lagnai troppo ti portavano nella stanza della detenzione, dove dovevi stare quando eri in punizione. Era una stanza senza finestre, dove una maestra ti obbligava a scrivere su un foglio determinate frasi in relazione alla punizione che avevi fino a quando le mani non iniziavano ad essere ...
... doloranti. Ricordo che entrai solo poche volte in quella stanza, due o tre al massimo, ma ne rimasi traumatizzato. A cena si ripeteva quasi sempre la stessa storia del pranzo ma con una piccola differenza: dovevamo mangiare obbligatoriamente e spesso ci ingozzavano loro. Dicevano tra di loro che erano obbligate a farlo perché non ci potevano lasciare morire di fame. Ci facevano lavare ogni sera con l’acqua presa dal pozzo, che raccoglieva l’acqua piovana, e ci mandavano a letto. Se non volevamo dormire ci picchiavano oppure ci chiudevano in una stanza buia.-- Ma è una tortura- urlò Martin e continuò – tranquillo che da adesso non sarà più così.- Ciò mi rassicurava molto e con un sorriso continuai il mio racconto-Ricordo solo di una persona in particolare, forse perché era l’unica che cercava in ogni modo di aiutare noi bambini. Era una delle suore che stava in cucina, ma era diversa dalle altre. Se durante la cena si accorgeva che qualcuno non mangiava, di notte e di nascosto gli portava un pezzo di pane con un bicchiere d’acqua. Quando finiva il suo turno di lavoro controllava i nostri compiti e ci aiutava affinchè le maestre non ci picchiassero. Facendo così rischiava molto infatti ricordo che una volta la direttrice la cacciò fuori dalla sua stanza dicendole che non le avrebbe mai permesso di portarci fuori da quelle mura per visitare e conoscere il posto dove vivevamo. Si avvicinò a me, che stavo vagando per i corridoi, e mi sussurò con voce dolce e bassa, come se mi stesse ...