1. Genesi 1 - la bastardata


    Data: 16/08/2021, Categorie: Tradimenti Autore: yakuba, Fonte: Annunci69

    ... lasciò cadere la sua testa sul cuscino e cominciò a emettere gemiti di puro godimento. Il suo pantaloncino lasciava intravedere un po’ di peli. Non riuscivo a guardarli altrimenti mi sarei davvero eccitato. Dopo le chiesi di girarsi e le massaggiai leggermente collo, scapole e spalle. D’un tratto andai via. Lei ci rimase male.
    
    Ad allenamento ebbi una carica esagerata. Tornai volutamente a casa a docciarmi. Volevo che lei mi vedesse in mutande. A differenza del suo ragazzo non ero grasso, tutt’altro! E si sa, si cercano delle cose diverse rispetto a quelle che si hanno. Arrivato a casa andai in camera mia lasciando la porta aperta; cantavo e schiamazzavo. Lei venne in camera e rimase a fissarmi: ero in mutande. Mi eccitava la cosa. E dissi senza troppo convincimento che credevo che fosse uscita. Tornò in camera di mia sorella e io andai a farmi la doccia.
    
    Mia sorella andò insieme a Francesca, Pietro e Sveva al ristorante dove tutti gli amici pugliesi aspettavano. Io andai a prendere Flavio in quanto sapeva che saremmo usciti insieme. Quasi pianse il mio amico quando vide quella festicciola. Poi venne da me e mi diede un abbraccio che ancora oggi ricordo. Rientrammo a casa che erano appena le 23. Pietro crollò immediatamente. Sveva andò a letto e le dissi di venire poi in camera mia. Francesca cercò di resistere al sonno ma la lunga notte in treno e il non riposo vinsero.
    
    Sveva era nuovamente col suo pigiamino. Io con boxer e maglietta. Parlammo un po’. Lei sulla mia ...
    ... poltrona ma con le ginocchia unite in posizione quasi fetale. Io sul letto. Come un automa andai a sedermi sul largo bracciolo; lei spostò leggermente una gamba e le vidi la patatina. Mi eccitai. Tanto. Il mio cazzo si gonfiò e tutto il controllo mostrato andò in fumo. L’accarezzai sulle guance, con le due mani. Poggiò la testa sulla mia coscia accarezzandola. E lì qualcosa successe. La presi delicatamente ma in modo molto deciso sul collo. La baciai. Si divincolò e mi sorrise maliziosa. La guardai quasi in modo cattivo. Si sentì persa, quasi impaurita. La presi dai capelli. La baciai e continuai ad accarezzarla sulle guance. Poi le ripresi il collo. Le succhiai le tette dalla magliettina. Non capiva più niente. Disse: “cosa aspetti a darmi il tuo cazzo”. E poi si mise la mano sulla bocca. Le dissi che non si dicono certe parole e le diedi dei buffetti. Ogni schiaffettino la faceva eccitare. Le tirai su la maglietta fino all’altezza del seno. Cominciai a leccarla mentre la tenevo dal collo; lei si lasciava fare. Quasi si sottometteva alla “durezza” della mia mano. Le tenevo il collo, le tiravo i capelli, le bloccavo le braccia; ma la accarezzavo e la leccavo sulla pancia, sui seni, sui capezzoli. Le succhiavo un capezzolo, tenendo l’altro tra i polpastrelli di indice e pollice che sfregavano.
    
    Le levai i pantaloncini. Erano bagnatissimi. Erano talmente bagnati che non solo il buchetto posteriore ma tutto il culetto erano bagnatissimi, le leccai l’inguine e la parte interna ...