1. Ogni maledetto weekend. (parte dodicesima)


    Data: 24/08/2021, Categorie: Tradimenti Autore: Stalio, Fonte: Annunci69

    DODICI
    
    Valerio era sull'incazzato con Aldo perché non l'aveva chiamato, almeno così mi sembrò di capire.
    
    Dopo avergliene dette quattro, si avvicinò a me e mettendomi le mani sulle spalle mi spinse giù in ginocchio, poi: "Tiralo fuori."
    
    Ecco, mi tocca di nuovo, pensai. Ero stanco, tutti i muscoli del corpo mi facevano male, e ne avevo un altro da accontentare.
    
    Volevo far presto, per andare via, perché all'una avevo appuntamento con Elena. Quindi tirai giù la lampo, slacciai la cintura, sganciai il gancio in alto, ed i pantaloni caddero giù: mi ritrovai a pochi cm dalla faccia, ancora dentro i boxer, un cazzo enorme. Sbalordito abbassai l'intimo e lo vidi: non era ancora in erezione ma vedevo che si stava ingrossando ed indurendo.
    
    Valerio se lo prese in mano e mi strusciò la cappella sulle labbra: "Prendilo in bocca e succhia."
    
    Obbedii...riuscivo a malapena ad infilarmi la cappella dentro, tanto era grosso, e le palle erano grandi come i miei pugni.
    
    Facendo un paragone era circa come quello di Mario, forse leggermente più grosso. Ad Elena sarebbe piaciuto.
    
    Quando cominciai a succhiarglielo lo sentii inarcarsi, poi mi prese la testa e me lo spinse dentro con forza, obbligandomi a prenderne in bocca tutto quello che potevo, e mi teneva fermo così senza farmi respirare, con la bava che mi colava giù dalla bocca. Poi decise di lasciarmi fare, di lasciare a me l'iniziativa, lui si sedette su una sedia ed io potei lavorare più tranquillamente. Era duro come ...
    ... l'acciaio, caldo bollente, e vibrava quando glielo succhiavo. Ci mise un buon quarto d'ora per sborrare, e ne fece tanta, parte mi finì in bocca ed il resto sul viso.
    
    Pensavo che fosse finita, invece no.
    
    Mentre mi stavo ripulendo la faccia, i tre si dissero qualcosa in dialetto, che non capii assolutamente, ma Aldo e Cesare scoppiarono a ridere, quindi Valerio, visto che mi ero rimesso in piedi, prendendomi dalle braccia mi spinse nuovamente giù e mi ordinò di riprendere a succhiargli l'uccello.
    
    Era quasi moscio, ma dopo qualche carezza e dopo avergli fatto sentire la lingua lungo il filetto della cappella, riprese vigore, e quindi ricominciai gradualmente a succhiare, sempre più forte, facendolo diventare di nuovo duro come l'acciaio. Mi lascio fare per qualche minuto, poi si mise in piedi mentre io seguivo i suoi movimenti continuando a succhiargli l'uccello. Dopo qualche attimo me lo fece mollare, mi prese per le braccia e mi aiutò a rimettermi in piedi, poi mi spinse sulla la tavola, e giù disteso con la pancia sul legno e le gambe giù.
    
    Capii immediatamente cosa volesse farmi, e provai a sgusciare via, ma Cesare da una parte e Aldo dall'altra mi bloccarono, tenendomi fermo in quella posizione.
    
    Valerio lentamente mi tirò giù i pantaloni, poi le mutande, mi mise anche lui qualcosa di liquido sul buco, quindi mi allargò le gambe e puntò deciso la sua proboscide contro il mio buco. Quando incominciò a spingere pensavo che stesse per uccidermi, non potevo credere ...
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