1. Strane voglie


    Data: 26/08/2021, Categorie: Lesbo Autore: skizzoinfoiato, Fonte: Annunci69

    Mi chiamo Aria, i miei mi chiamarono così dopo aver letto i libri di una serie che oggi spopola anche in tv, per motivi che immaginerete non posso citare quale.
    
    Era estate avevo 14 anni e pasai una settimana in montagna ospite della famiglia di Ginevra.
    
    Era la prima volta che vedevo le montagne del Trentino, meravigliose. Le zone sciistiche non erano lontane e non mancò l'occasione di visitarle.
    
    Un giorno ci svegliammo poco all'alba alle 6 del mattino, era il 21 luglio 2010, c'era tanta strada da fare per raggiungere il luogo dove avremmo trascorso una notte in tenda.
    
    Ginevra era espertissima della zona, tanti anni aveva trascorso in quei boschi aveva fatto corsi di sopravvivenza con gli scout e i suoi genitori non obbiettarono, segno della fiducia riposta nella figlia. Camminammo a lungo, vestite di tutto punto, con un enorme zaino per entrambe. Aveva preparato tutto lei con fare esperto. C'era ogni cosa si potesse necessitare onde non esser sorprese ad esempio dai repentini e micidiali cambi di tempo che possono sempre avvenire in montagna.
    
    Dopo ben tre ore e mezzo di tortuosi sentieri in mezzo al bosco a un andatura lenta parlando di noi, dei nostri sogni, dell'anno accademico finito e si anche di ragazzi, iniziò ad affiorare la stanchezza.
    
    Fui incoraggiata a resistere che mancava poco alla meta.
    
    Passò un'altra ora buona buona, esausta mi fermai poggiata al tronco di un pino.
    
    “Ginevra! Basta ti prego sono esausata... non ho più energie... devo ...
    ... fermarmi!”
    
    Colmò i 20 mt che ci separavano mi disse che mancava veramente un niente, per le energie mi dette un veloce bacio a stampo sulle labbra con la promessa che le avrei riprese tutte appena arrivate.
    
    “Mi avvio da lì puoi intuire cosa ti aspetta, sono altri 200 mt... io mi avvio e monto la tenda... lo zaino lo prendo io dai!”
    
    Non so come fece a portarsi dietro anche il peso che stavo reggendo la sentii incitarmi prima di scomparire in discesa.
    
    Dovevo esser davvero vicina o mai sicuramente mi avrebbe lasciata sola, mi sembrò un cammino infinito, la discesa fu invece fatta quasi a corsa, trovandomi difronte un luogo incantevole.
    
    Una piccola radura, il campo pronto, la tenda issata, il fuoco acceso, un piccolo torrente aveva creato un piccolissimo laghetto, illuminato dal sole che filtrava fra gli alberi.
    
    Arrivai senza riuscire a parlare, e solo in un secondo momento mi accorsi dell'assenza di Ginevra, che iniziai a chiamare a squarciagola.
    
    Tornò invitandomi al silenzio, era andata a posizionare qualche trappola per mangiare la sera.
    
    “Come vanno le gambe? “
    
    “le gambe? Non le sento più,frizzano!”
    
    “vieni facciamoci un bagno ristoratore”
    
    Frugò nello zaino e mi lanciò le ciabatte, poi iniziò a spogliarsi.
    
    Rimasi immobile con le ciabatte in mano, che avevo appena raccolto, “non … io non ho il costume!”, dissi balbettando non sapendone nemmeno il motivo.
    
    “nemmeno io … ma chi pensi ci sia quassù!”, mi rispose senza degnarmi di uno sguardo, la ...
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