Il piacere della corsa
Data: 26/08/2021,
Categorie:
Etero
Autore: golaprofonda, Fonte: RaccontiMilu
... come un randello.Lei mi osserva dal basso. Per un attimo smette di ansimare e trattiene il fiato.�Ho visto, come ti è piaciuto il mio gesto...� bisbiglia con un ghigno diabolico.Mi giro colmo di vergogna ed entro nel prato che costeggia la pista. Mi appoggio ad un albero. �Sì, intendo, sei elegante. Poi, con tutta questa attività, ci vuole un po� di stretching per allungare i muscoli�.La gazzella si alza aiutandosi con le mani, stanca. Il suo culo si spreme con fatica per riportarla in posizione eretta, e il mio uccello continua a muoversi nei pantaloni.Mi piego per allungare i bicipiti, toccando le punte dei piedi. E soprattutto per nascondere la mia erezione.Lei abbozza qualche esercizio, poi si sdraia su una panchina tiepida in legno. Il sole la bacia. Il torace le si solleva ancora ritmicamente per la fatica, e tiene le gambe piegate, leggermente divaricate.Ha una sinuosità magnetica. Ed è qui con me. In un parco. Mi sorride inventando sciocchezze, parlando del più e del meno, di cos�ha mangiato a colazione, di quanti chilometri percorre a settimana.Decido che ha bisogno di allungare anche i suoi muscoli teneri. Mi avvicino a lei e le raccolgo una gamba.E� soda come la immaginavo, muscolosa, flessuosa. La sollevo tenendola per il polpaccio e la stiro, tenendola lungo il mio petto.Lei mi guarda sorridente, la bocca semiaperta.Le abbasso la gamba accarezzandola gentilmente, e passo all�altra. La porto a me e la spingo dolcemente con il mio corpo.Il mio pene, ...
... attraverso la stoffa, le accarezza l�arto.Vedo i suoi leggins bagnati dalla fatica, e soprattutto lungo l�inguine sono scuri e umidi forse non solo per il sudore. Come sono attillati. Si vede il monte di Venere.Tengo la gamba tra le mani, e spingo dolcemente il mio uccello su di lei.�Sei bravo a fare stretching�.Smette di parlare. Mentre sto spingendo ancora la sua coscia, lei la piega portandosele entrambe al petto, tenendosi le ginocchia con le mani.Io mi chino. Le accarezzo le cosce: ora stringono al loro interno la sua patatina, i solchi inequivocabilmente bagnati dal suo piacere post-corsa sono come acqua fresca per me. Le spingo con fermezza verso il suo volto arrossato, e con un movimento circolare le divarico, facendo emergere i segni dei suoi umori.Le percorro con le mani l�interno delle gambe, dure per l�attività fisica, finché trovo la carne più morbida.La accarezzo e la tengo tra le mani, inumidendomele e sentendo tutto il fuoco che sprigiona.Di colpo serra le gambe come una tenaglia e si alza in piedi.�Ma cosa stai facendo, scemo?� Mi chiede rimproverandomi.�Sei proprio un porcellino...� Mi afferra la punta del pene con una mano e la studia con le dita, dandomi dolore, con la cappella ormai umida che sfrega sulla stoffa.Mi prende per mano e mi conduce dietro a dei pinetti, gli unici alberi ancora verdi che offrano un riparo.La osservo mentre camminiamo fianco a fianco. Ha degli occhi da gatta azzurri che sorridono, anche se incrociamo lo sguardo più volte con uno ...