Un nodo di solitudine
Data: 10/01/2018,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: BlackInk, Fonte: Annunci69
... una sera, se n’era andata.
Dopo aver bevuto un altro cocktail Diego mi chiese se volessi andare da lui. Ero un po’ brillo, un po’ eccitato dalla nuova amicizia che non ci pensai due volte ad accettare l’invito.
Camminammo per quelle vie che conoscevo come le mie tasche, gli raccontai la storia dei palazzi che ci circondavano, delle botteghe che aprivano le loro vetrine ora buie sotto i portici, delle targhe che ornavano le facciate e i pilastri.
Diego sembrava davvero interessato a quello che raccontavo. Mi chiedeva e mi punzecchiava. Eravamo davvero amici, anche se solo da poche ore.
Arrivammo al dormitorio. Davanti alla sua porta. Diego, con la mano appoggiata alla maniglia, si voltò verso di me piantando gli occhi nei miei.
“Mi piace stare con te.” mi disse. Ero al settimo cielo. “Ma forse non hai capito bene come.” continuò sorridendo mentre un macigno si appoggiava sul mio cuore. “E prima di creare malintesi voglio essere chiaro. Mi piaci come fidanzato.”
Restai basito. Nella foga di raccontare al primo sconosciuto tutti i miei crucci non avevo fatto caso a quei segni sulle sue intenzioni, segni che avrei dovuto cogliere.
Ripensai all’ambiente del bar, agli avventori… poi rividi i comportamenti di Diego e lo scrutai nel profondo dei suoi occhi. Non c’era menzogna, non c’era scherno. Lui era così. E forse aveva letto dentro di me quello che ero anch’io.
Avevo sempre guardato le ragazze e me le ero sempre immaginate nude, mentre in bagno o sul ...
... letto mi masturbavo. Sognavo le loro bocche, i loro seni, il calore del loro sesso ma non avevo mai trovato il coraggio di avvicinarle. Erano delle entità divine troppo lontane per me.
Oppure non mi interessavano veramente. Non le avevo mai contattate perché non era quello che desideravo.
Ero confuso. Più che mai.
“Vuoi entrare oppure ci vediamo domani?” mi chiese Diego riportandomi alla realtà.
Non sapevo cosa fare. Non sapevo quello che volevo. L’unica cosa che sapevo era che la sua vicinanza scioglieva il mio nodo.
“Entriamo.” dissi prendendo il mio coraggio a quattro mani e lasciandomi trascinare dagli eventi. Ero in gioco e volevo giocare fino in fondo.
La stanza era simile alla mia. C’era il salottino e poi due camere da letto con due letti ciascuna. Mi fece accomodare sul divano mentre preparava altri due cocktail ma non c’era bisogno di altro fra noi. Non appena si sedette vicino a me venimmo attratti come due magneti. Ci ritrovammo uno nelle braccia dell’altro.
Annusandone il profumo, tastandone la morbidezza dei capelli, accarezzando la sua pelle, capii che difficilmente ci sarebbe potuto essere più affinità.
Sentii le sue mani su di me, le sue dita scostare i miei abiti, sbottonare la camicia, aprire i pantaloni.
Io cercavi di imitare i suoi movimenti ma mi sentivo impacciato, un vero novellino.
Quando alla fine ci ritrovammo nudi e con la sua mano sul mio pene, non potei trattenermi dall’informarlo che ero vergine.
“Non temere, non ...