1. Un nodo di solitudine


    Data: 10/01/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: BlackInk, Fonte: Annunci69

    ... faremo nulla che ti ferisca.” disse baciandomi e poi gettandosi a capofitto sul mio cazzo duro come marmo.
    
    La sua bocca era calda, la lingua lavorava veloce e la mano accompagnava il movimento. Era il mio primo pompino ed era fantastico. “Non resisto.” gli dissi.
    
    “Vieni pure.” mi rispose prima di rituffarsi sulla mia asta. Pochi altri movimenti decretarono il climax del mio orgasmo che regalò al mio amante un torrente di caldo sperma.
    
    Crollai sullo schienale del divano, ansimando per il godere e rosso in viso per la vergogna di essere durato così poco.
    
    Diego si risollevò. Sulle sue labbra brillavano gocce del mio seme ma aveva ingoiato tutto. Il suo sorriso tornò a splendere verso di me alleviando un po’ il mio malessere.
    
    “Scusa, ma… sai…” inizia a balbettare. Lui mi mise un dito sulla bocca obbligandomi al silenzio.
    
    “Non c’è nulla da dire.” gli baciai il dito.
    
    Lui mi accarezzò il petto placando così la mia frenesia. Era stata un’esperienza nuova ed eccitante. Adesso toccava a me restituire il piacere ricevuto.
    
    Allungai la mano e afferrai il suo bel cazzo. Era più grosso del mio. Aveva una cappella rotonda e rossa. Iniziai a segarlo lentamente, come piaceva farlo a me ...
    ... stesso. Un movimento lungo e profondo che partiva dal prepuzio e giungeva fino alla base dell’asta. Vicino al mio orecchio sentivo Diego mugolare. Soffiava dal naso e mi diceva che stavo facendo bene.
    
    Come uomo sapevo che una bella sega ha bisogno di un buon lubrificante, quindi mi sollevai e lasciai cadere un filo di saliva sulla sua cappella. La mano ora scorreva molto più velocemente. E molto più ritmati erano anche gli ansiti del mio compagno. Sapevo cosa significava, che non avrei dovuto fermarmi, che avrei dovuto continuare sino a farlo esplodere di piacere.
    
    E così fu. Lo sentii irrgidirsi contro il mio corpo e il suo uccello pulsare caldo. La sborra eruppe impetuosa ma io non fermai la mano, continuai fino a che gli spasmi del suo orgasmo non si furono placati. E continuai ad accarezzarlo anche quando ormai non c’era più nulla di baldanzoso in quel salsicciotto di carne.
    
    Ma avevo scoperto che adoravo tenerlo tra le mani. Adoravo averlo vicino. Adoravo tutto di lui.
    
    Quella notte ci addormentammo abbracciati e nudi sul suo divano fino a che le luci dell’alba non svegliarono i nostri occhi, facendomi capire che quello che avevo vissuto non era un sogno ma una splendida realtà.
    
    . 
«1234»