Gli sposini della porta accanto
Data: 13/01/2018,
Categorie:
Etero
Autore: benves
... di fuggevoli immagini in cui li vedevo impegnati nelle più perverse e disparate posizioni amatorie, ed i loro gemiti divenivano più intensi, il cigolio del letto, sotto quei corpi ansimanti e frementi che avevano ormai raggiunto il culmine dell’eccitazione, si faceva più marcato.
La cosa che più di ogni altra però mi eccitava, era il sentire i gemiti e l’ansimare di lei farsi più distinti ed intensi, via via che si avvicinava all’orgasmo, ed il sentirla incitare il marito, che per altro se la stava già scopando come un ossesso, a scoparla più forte, a farla godere e a godere con lei. Continuavano in questo modo fino a quando entrambi non raggiungevano l’orgasmo, ed anch’io nella solitudine della mia camera godevo con loro, sentendo fiotti di sperma caldo e denso uscire dal mio cazzo sussultante e bagnarmi la mano che era ancora serrata intorno ad esso.
Poi il loro ansimare gradualmente calava, fino a cessare completamente, seguiva qualche attimo di assoluto silenzio, poi li sentivo andare in bagno, ed io dopo essermi ripulito la mano e il cazzo grondante di sperma, con dei fazzoletti di carta, che sempre tenevo riposti nel secondo cassetto della mia scrivania, facevo altrettanto.
Qui giunto chiudevo a chiave la porta, mi toglievo i pantaloni del pigiama e gli slip, e mi lavavo accuratamente il cazzo, arruffandone i folti peli che lo contornavano, e massaggiandomi le palle, che sentivo ancora gonfie e piene di sperma.
Dopo essermi asciugato, mi rinfilavo gli slip ...
... e i pantaloni del pigiama, e ritornavo finalmente a letto, a dormire, o meglio a cercare di dormire.
L’aspetto più inquietante della situazione era proprio il fatto, che ormai ero arrivato al punto di dormire poche ore per notte, riuscivo ad addormentarmi soltanto a notte inoltrata, ed alle cinque del mattino sempre più faticosamente, riemergevo dal mondo dei sogni per recarmi al lavoro, dove la mia presenza era puramente fisica, la mia mente, infatti, dissociatasi dal resto del corpo, vagava in altri mondi sconosciuti e lontani.
Ed anche durante il giorno, quando riacquistavo la coscienza necessaria per poter formulare pensieri coerenti, mi ritrovavo spesso a pensare a loro, a quello che avevo sentito ed immaginato la notte precedente attraverso la parete, e a quello che avrei potuto sentire quella stessa notte, poi un senso di angoscia mi assaliva al pensiero che forse quella notte esausti avrebbero semplicemente dormito. Più passavano i giorni, anzi le notti, e più la situazione si aggravava, fino a quando mi resi conto che il sentirli e l’immaginarli mentre scopavano, non mi bastava, volevo andare oltre tutto questo, volevo vederli realmente mentre facevano l’amore, magari, perché no, seduto proprio accanto al loro letto, trasformandomi così in un perfetto guardone.
Sentivo la parte razionale della mia mente che cercava di farmi comprendere l’assurdità e la perversità di un simile pensiero, ma la sua voce mi giungeva flebile e lontana, come la voce di un uomo che ...