1. Gli sposini della porta accanto


    Data: 13/01/2018, Categorie: Etero Autore: benves

    ... grida dal fondo di un pozzo profondo, e veniva ben presto sopraffatta dalla voce suadente e forte della mia perversione, che blandamente cercava di convincermi dell’assennatezza dei suoi propositi, dicendomi: “Pensaci bene, loro sanno perfettamente che al di la della camera da letto c’è la tua stanza, e di certo non possono non sapere che tu di conseguenza senti i loro gemiti, i loro mugolii di godimento mentre scopano, e sanno anche che ti masturbi sentendoli, e non capisci che è proprio questo che li eccita?
    
    Perché loro in realtà sono degli esibizionisti, persone che al solo pensiero di essere ascoltate o meglio ancora guardate morbosamente mentre chiavano, si eccitano enormemente, accrescendo il loro piacere sessuale”.
    
    Questo pensiero mi rimbombava nella mente intontendomi, ogni qual volta li incontravo per le scale, o si affacciavano sul balcone, sempre perennemente insieme, e mi sembrava di poter leggere tutto questo nei loro sguardi, che mi apparivano complici e maliziosi.
    
    Fino a quando una notte accadde qualcosa che neanche la mia mente, per quanto perversa potesse essere, avrebbe mai potuto immaginare, ma forse è bene procedere per ordine cronologico nella narrazione degli avvenimenti che seguirono.
    
    Era una notte come tante altre, o meglio credevo fosse tale, mi sentivo esausto, il peso delle molte notti passate insonni si faceva sentire sempre più distintamente, è così verso le 22: 00, dopo aver passato il resto della serata come inebetito davanti ...
    ... al televisore, decisi di andare a letto.
    
    Anche perché in cuor mio speravo che, vista l’ora, prima che i miei vicini cominciassero le loro consuete effusioni, io sarei già stato profondamente addormentato.
    
    Quando fui nella mia stanza, annaspai alla ricerca dell’interruttore della lampada che si trovava sul comodino accanto al letto.
    
    Trovatolo lo premetti e il buio che regnava in essa, si dileguò, al diffondersi di una luce calda, flebile venata di un malinconico color arancione, al chiarore della quale presi a spogliarmi.
    
    Fatto questo indossai il pigiama, spensi la luce e mi infilai sotto le coperte, in attesa che il sonno prendesse il sopravvento.
    
    In effetti tale attesa non durò a lungo, ben presto tutto intorno a me si fece vago e confuso.
    
    Non ho idea di quanto tempo rimasi addormentato, ma ricordo perfettamente tutto quello che accadde dopo.
    
    D’improvviso quel velo di profondo silenzio e torpore da cui ero stato piacevolmente avvolto, fu lacerato da un suono secco e vibrante che mi riportò bruscamente alla realtà, come se qualcuno mi avesse versato addosso un secchio d’acqua gelata.
    
    Lì per lì confuso e disorientato non riuscì a capire da dove provenisse o cosa lo avesse provocato. Poi gradualmente cominciai a focalizzare la situazione, arrivando alla saggia, ma allo stesso tempo inaccettabile conclusione che molto probabilmente si era trattato di un rumore proveniente dall’esterno, magari lo scoppiettio del tubo di scappamento di qualche vecchia ...
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