1. Gli ammutinati del bounty


    Data: 19/01/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: nh-paul

    SLAVE:
    
    Da piccolo a cinema ci andavo una volta alla settimana, era il massimo che potessi permettermi, ma io ci sarei andato ogni giorno, perché mi piaceva davvero. In assoluto i miei preferiti erano i film di gladiatori, antichi romani, greci, dei ed eroi, Maciste, Ercole o chi altro, né disdegnavo quelli di guerra, purché fossero in costume. La ragione è presto detta: speravo sempre che ad un certo punto del film l’eroe o qualcun altro, non faceva molta differenza, venisse legato e frustato o torturato. Nei film che andavo a vedere le occasioni non mancavano e anzi accadeva quasi sempre. Negli anni sessanta era presente una forte vena sadomasochista nel cinema d’azione che poi purtroppo ha perduto questa caratteristica. Nella sala buia e fumosa, attendevo quei momenti con ansia, ma anche con timore, perché all’inizio le mie reazioni erano incomprensibili per me e mi spaventavano. Era normale che mi piacessero quei film, tutti i miei compagni ne andavano pazzi, ma non lo era per niente che avessi un’erezione ogni volta che qualcuno veniva legato. Il peggio accadeva sempre quando i suoi aguzzini decidevano di frustarlo ed io rischiavo seriamente di bagnarmi le mutande. All’apparire delle strisce di sangue finto su quelle spalle muscolose ed abbronzate, spalle che avrei amato di poter baciare per lenire il dolore atroce che doveva aver sofferto, i miei ormoni impazzivano.
    
    Il film più bello che ricordi si chiamava “Gli ammutinati del Bounty”, quello in bianco e nero, che ...
    ... vidi non a cinema, ma in televisione nell’estate dei miei quindici anni. Per tutta la durata del film cercai di nascondere l’erezione sotto il tavolo dove stavamo cenando. Davanti a me scorrevano le immagini di uomini continuamente legati e frustati. Se qualcuno lo ricorda, la storia si svolge alla fine del ‘700, su una nave della marina britannica che naviga nei mari del Sud e l’ammutinamento avviene proprio a causa della disciplina eccessiva e irrazionale che regna a bordo.
    
    Alla fine del film ero sconvolto.
    
    Non avevo mangiato quasi nulla e mia madre arrivò a chiedermi se mi sentissi male, poi mi mandò a letto di corsa, preoccupata che avessi preso un’insolazione. Me ne andai felice in camera mia, cercando di non fare vedere ai miei genitori quanto ce l’avessi duro. Era già estate e faceva caldo, dormivo solo con gli slip. Mi tolsi anche quelli, sfidando la fortuna, perché mia madre non era tipo di fermarsi davanti ad una porta chiusa, neanche a chiave. Lo specchio mi restituì l’immagine del mio corpo, normale, del mio uccello, che consideravo piccolo, dei peli che gli erano cresciuti intorno, di come era pronto ad esplodere e di quanto, purtroppo, fosse difficile riuscire a frustarsi da soli. Con la cinghia dei pantaloni cercai di darmi qualche colpo, non ottenendo altro che pizzicarmi un po’ il culo. E la cosa peggiore era che per frustarmi, non potevo essere anche legato, ammesso che riuscissi a farlo senza alcun aiuto esterno.
    
    Me ne andai a letto, intristito, ma ...
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