Gli ammutinati del bounty
Data: 19/01/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: nh-paul
... non domato, e non lo era certamente il mio uccello che reclamava soddisfazione dopo il film cui avevamo assistito insieme e la serie di sollecitazioni che avevamo subito. L’accontentai nel solito modo, steso su un fianco, in posizione raccolta, con le gambe piegate, mi accarezzai dolcemente fino a venire in un calzino e poi scivolai nel sonno, acquietato, ma non domo.
Le mie masturbazioni erano tutte legate a fantasie costruite su film di gladiatori e simili, appena visti. C’era sempre un galeotto, una spia, un bel giovane che veniva legato, seviziato o semplicemente frustato. A casa ci fantasticavo sopra, cercando di infliggermi gli stessi tormenti, senza raggiungere mai risultati apprezzabili, comunque era bellissimo e continuai a farlo. Le fantasie erano sempre nuove e diverse. Forse lo sapevo già prima che cominciassi a masturbarmi. Tutti i miei compagni pensavano banalmente a come avrebbero fatto a scoparsi le ragazze della sezione femminile, quelle della classe accanto che neppure li guardavano, io a come sarebbe stato bello se qualcuno mi avesse legato e frustato. Cercavamo tutti qualcosa, di incontrare qualcuno.
MASTER:
In terza elementare cambiai istituto. I miei genitori decisero di iscrivermi ad una scuola pubblica, più vicina a casa e fui costretto a cambiare amici, insegnante, abitudini. Fu una specie di sconvolgimento che mi cambiò la vita, dall’ambiente ovattato dell’istituto privato, finii in una classe di selvaggi, così mi parve, con un professore ...
... che mi considerò sempre male, così credevo, e dei compagni che vedevo come nemici e potenziali pericoli per la mia incolumità. Compresi che per continuare a vivere dovevo essere più forte e quindi sorse in me, forte, il desiderio di sopraffare. La mia personalità si formò in quei tre anni di elementari e se non divenni un violento e selvaggio anch’io lo dovetti certamente alla rigida educazione ricevuta a casa ed anche a scuola da quel bravo insegnante che in realtà mi istruì benissimo, soprattutto a controllare la mia aggressività.
Ne venne fuori un bambino educato e rispettoso, a tratti perfino effeminato, oppure semplicemente gentile ed osservante delle regole, di tutte, tranne che di una. Di un solo argomento all’epoca non si parlava e in quell’ambito coltivai diligentemente tutta la mia voglia di violenza e di prepotenza, il desiderio di sopraffazione, le mie fantasie di abusi.
SLAVE:
Era estate e tutti quanti andavamo a nuotare in un posto frequentato soltanto da noi.
Un giorno la mia vita cambiò. Notai un ragazzo che mi fissava. Forse era più grande di me, l’avevo intravisto a scuola e non frequentavamo lo stesso anno. Questo bastò a farmi sentire orgoglioso delle sue attenzioni. All’inizio attribuii quegli sguardi ai miei slip da bagno che erano ridicolmente piccoli: allora si usava così, nel senso c’era poca scelta e pochi soldi, perciò si indossava tutto il possibile fino ai limiti della decenza ed anche oltre. Quelle mutande da bagno erano di due anni ...