Come nasce una passione
Data: 20/01/2018,
Categorie:
pissing,
Autore: autentico
... agitava, per quella soggezione di cui parlavo prima e in più, ingenuamente, Nicola non aveva considerato che le ragazze di quell’età sono particolarmente insofferenti nei confronti dei ragazzini e che, credo, l’ultima cosa che Grazia avesse voglia di fare fosse quella di stare dietro a me. I giorni seguenti, infatti, provammo a socializzare anche se con scarsi risultati, il più delle volte se ne tornava sotto al suo albero ad ascoltare la musica ed io me ne tornavo un po’ amareggiato a casa. Un pomeriggio le proposi di fare un giro per le campagne, Grazia accettò senza però sforzarsi di simulare entusiasmo, ricordo che mi fece qualche domanda personale volta più che altro a mettermi in imbarazzo che a soddisfare la sua curiosità, tipo se avessi una ragazza o se ne avessi mai baciata una e, ad ogni mia risposta negativa, Grazia ridacchiava e faceva qualche battutina sarcastica. Il pomeriggio successivo andai a cercarla, Grazia però non c’era, domandai a Nicola dove fosse, mi rispose di cercarla in giro per il campo. Feci il giro della casa ma di Grazia nessuna traccia , inoltrandomi un po’ di più dove iniziava il bosco scorsi una chioma di capelli che spuntava dall’erba alta, tra gli alberi, nel prendere la sua direzione mi resi conto che era accucciata, ancora più da vicino realizzai che era accucciata nella classica posizione che le donne assumono per fare la pipì all’aperto. Grazia non mi aveva ancora visto, sapevo che avrei dovuto andarmene ma una forza misteriosa mi ...
... trattenne li, mi nascosi dietro ad un albero e continuai a guardarla, dalla mia posizione si poteva vedere poco più che la testa, riuscivo tuttavia a sentire il rumore della pipì che si infrangeva sul terreno, passarono alcuni attimi in cui mi si cominciò a smuovere qualcosa nelle mutande, la sensazione la conoscevo già, intendiamoci, ma fui sorpreso del fatto che a scatenarla fosse vedere, o meglio immaginare, Grazia che faceva pipì. Così imbambolato non pensavo al fatto che sicuramente mi avrebbe visto, restai quindi pietrificato quando la vidi alzarsi velocemente e riabbottonarsi la salopette, mi girai di scatto e corsi via, sentendo dietro di me Grazia che pronunciava il mio nome, mi aveva sicuramente visto. Arrivato alla casa presi la bici, salutai frettolosamente Nicola e pedalai di corsa verso casa mia, ero turbato e mi vergognavo come un ladro, cercai di scacciare dalla mia mente l’episodio fino alla sera. Nel letto, nel buio della mia stanza, mi tornarono in mente quelle immagini e di nuovo sentii quella strana sensazione di eccitazione, non mi ricordo se mi masturbai ma probabilmente lo feci. I due-tre giorni successivi non feci tappa alla casa dei vicini durante i miei giri in bici, temevo che Grazia avesse raccontato al padre che l’avevo spiata o, peggio, che lo potesse fare con me presente, facendomi morire di imbarazzo. Uno di quei pomeriggi, però, mio padre mi chiamò poco prima che uscissi di casa per il mio consueto giro e mi diede un paio di birre da portare a ...