1. Abrazo


    Data: 28/01/2018, Categorie: Etero Autore: HarrymetSally, Fonte: Annunci69

    ... un sorriso.
    
    Il ballerino esitò un istante.
    
    “No”, disse poi, e mi lasciò nuovamente sola.
    
    La sala era ancora animata, e vidi un paio di sguardi posarsi su di me. Ero uno spettacolo patetico, abbandonata in mezzo alla pista dal mio cavaliere senza una parola.
    
    Per puro spirito di sopravvivenza, accettai al volo un invito e ballai una tanda con uno sconosciuto di cui non mi interessava affatto memorizzare i lineamenti.
    
    Mi feci trascinare e ballai ancora e ancora, passando da un invito a un altro senza fare alcuna selezione.
    
    Poche altre volte mi sentii puttana come in quel momento, concedendomi a chiunque, permettendo a quei maschi insignificanti di portarsi a casa un pezzo di me. Mi sentivo svuotata della mia dignità e pronta a concedermi per la piccola ricompensa di non essere lo zimbello della sala.
    
    La notte, ebbi incubi costellati di “no” profferiti nel buio.
    
    Il sabato seguente mi sedetti allo stesso tavolo. I capelli freschi di piega scintillavano nella semi-oscurità e le mie gambe affusolate erano armi di seduzione di massa, offerte alla vista da un cortissimo vestito rosso. Avevo il mio fedele rouge chanel incollato alle labbra e un sorriso battagliero.
    
    Avrei atteso il ballerino, avrei aspettato che consumasse l’ennesima ninfa con cui era arrivato, e mi sarei fatta invitare. Lo avrei lasciato lì, con la sua mano tesa e le sue certezze. Mi sarei alzata e sarei andata via.
    
    “No”, avrei bisbigliato al suo orecchio nell’oltrepassarlo.
    
    Nulla ...
    ... di tutto questo accadde. Quella sera, il ballerino non si presentò.
    
    Nemmeno il sabato seguente, né quello dopo ancora.
    
    Seduta allo stesso tavolo, lo attesi per settimane.
    
    Lo rividi quasi due mesi dopo, accompagnato dalla ballerina con cui lo avevo visto la prima volta. Sorrideva e la cingeva per la vita. Si fermò a scambiare due parole con alcuni veterani della Milonga seduti ad un tavolo vicino al bar, poi mi vide e mi rivolse un cenno di saluto.
    
    Ricambiai con un sorriso che mi sorprese. I miei propositi di vendetta parvero liquefarsi, mentre i battiti del mio cuore sembravano impazziti.
    
    Mormorò qualcosa all’orecchio della sua accompagnatrice, che gli sorrise, carezzandogli i capelli, e andò a sedersi poco distante per cambiarsi le scarpe.
    
    Lui si diresse verso di me. Mi tese la mano, aiutandomi ad alzarmi, e la baciò.
    
    Ero ancora sorpresa e confusa da quel gesto inaspettato, quando mi ritrovai a danzare con lui. Una tanda, poi un’altra, ancora e ancora. Danzammo per quasi venti minuti, saldati assieme come se qualche divinità ci avesse creati così. Fu bellissimo, in quei minuti mi fece scoprire ed assaporare angoli di me stessa che non conoscevo. Ogni suo gesto creava in me una nuova armonia, come se mi stesse scolpendo sulla pista.
    
    La musica decrebbe dolcemente di intensità. Io attendevo il suo verdetto con un misto di aspettativa e terrore.
    
    “Posso riaccompagnarti al tavolo?” mi chiese.
    
    “Ti ringrazio” dissi, gratificandolo del mio sorriso più ...
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